Maroni non vede nessun complotto “Solita palude romana”

Pubblicato il 11 Febbraio 2014 alle 18:01 Autore: Redazione

Maroni non vede nessun complotto “Solita palude romana”

“Un complotto contro il governo Berlusconi nel 2011? Queste cose appassionano molto i giornali. È la palude romana a cui siamo abituati”. Così Roberto Maroni, governatore della Lombardia e all’epoca dei fatti ministro dell’Interno, interviene a “24 Mattino” su Radio24 in merito alle polemiche scoppiate ieri sul ruolo di Giorgio Napolitano all’epoca dell’avvicendamento del governo Berlusconi con Monti: “Non vorrei che qualcuno adesso dica ‘ah, il ministro dell’Interno non poteva non sapere, trattandosi di un complotto’”, ha aggiunto Maroni. “Sono le cose che succedono a Roma da sempre. Si sapeva che c’erano operazioni in corso attorno al governo italiano, sia sul piano nazionale che internazionale, con la Borsa, i fondi. Ma sono cose romane, che succedono spesso. Questa vicenda è utilizzata ora, a distanza di due anni e mezzo, non per fare luce su ciò che successe, ma per la contingenza politica di oggi. È la classica palude romana che guardo con un certo distacco”. Maroni poi ha offerto la sua soluzione: “Da questa situazione si esce in modo molto chiaro: tornando alla democrazia e alle elezioni anticipate”. Sulle voce di una possibile staffetta a Palazzo Chigi tra Letta e Renzi, è altrettanto chiaro. “La democrazia sarà un sistema imperfetto ma io ci sono affezionato. Chi deve assumere responsabilità di governo e decidere della vita dei cittadini deve avere una legittimazione popolare, altrimenti siamo tornati a prima della Prima repubblica”.

Maroni “Creare zona franca tra Lombardia e Svizzera” – Il governatore leghista ha rivelato che oggi pomeriggio incontrerà Letta a Milano per proporre una zona franca al confine tra Lombardia e Svizzera, dopo il referendum elvetico che ha impegnato Berna a stabilire quote di ingresso di immigrati: “La Lombardia ha già una zona quasi franca per la benzina, che costa meno nella fascia dei 20 chilometri fino al confine. Si potrebbe applicare una zona simile, una zona franca per abbassare la pressione fiscale alle imprese. Servirebbe a favorire investimenti e a incentivare ad assumere, e dunque questo ridurrebbe il fenomeno del frontalierato”.




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