Elezioni regionali Sardegna, Murgia “Dalle donne tanto livore e bugie”

Pubblicato il 19 Febbraio 2014 alle 13:50 Autore: Redazione
murgia michela

Michela Murgia è stata una delle sei candidate alla presidenza della regione Sardegna alle elezioni che si sono svolte domenica. “Ad avermi colpito di più sono stati il livore e le menzogne. Le donne del Pd hanno idolatrato Daniela Santanchè, sempre antropologicamente vilipesa, solo perchè mi attaccava in tv. La logica è: il nemico del mio nemico è il mio amico”.

La scrittrice Michela Murgia, sconfitta nella corsa alla presidenza della Regione Sardegna, in un’intervista alla Stampa si definisce “prigioniero politico del Pd. Il Pd sardo ha chiamato Renzi chiedendo cosa fare di Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie, che era bassa nei sondaggi. Questa è dipendenza” osserva Murgia. Se al posto di Barracciu ci fosse stato un uomo, “forse il Pd avrebbe fatto lo stesso, ma non con quella logica disumana, da branco contro la preda ferita. Fuori lei perchè indagata, dentro quattro indagati in lista. E tre eletti”.

Murgia “Siamo partiti in 300 e arrivati in 76 mila” – Murgia si definisce sconfitta “per l’aritmetica ma non per la politica. In cinque anni il centrosinistra ha smarrito 65 mila voti, Cappellacci 165 mila. Noi sette mesi fa non esistevamo, siamo partiti in 300 e arrivati in 76 mila”. L’esclusione dal Consiglio, aggiunge, “è una delusione, merito di una legge liberticida e incostituzionale che premia partitini con un decimo dei nostri voti purché si intruppino con Pd e Fi”.

candidata michela murgia

Murgia “Tra 5 anni non sarò ricandidata” – Sull’eventualità di una sua ricandidatura, “se tra 5 anni il nome da candidare fosse ancora il mio, sarebbe il nostro fallimento. La politica è piena di padri che hanno soffocato i figli in culla, non aggiungerò il mio nome alla lista».

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