Unione Europea: Rehn apre alla flessibilità

Pubblicato il 20 Febbraio 2014 alle 17:02 Autore: Emanuele Vena
Olli Rehn unione bancaria

Un primo spiraglio verso l’allentamento della politica di austerity portata avanti dalla UE sembra aprirsi. E’ notizia di oggi, infatti, l’accettazione da parte di Olli Rehn – Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari – della proposta avanzata da Jeroen Dijsselbloem, Presidente dell’Eurogruppo, di concedere maggiore flessibilità riguardo al risanamento dei conti pubblici dei Paesi dell’Eurozona. L’accettazione della proposta è però vincolata alla definizione di un calendario di riforme – da attuare in accordo con Bruxelles – volte a risanare i bilanci.

La decisione da parte di Rehn è importante e segna un punto a favore anche per le sorti del nascente esecutivo Renzi, vista la particolare importanza rivestita per il leader del PD dalla ridiscussione del vincolo del 3% sul rapporto deficit/pil. Dijsselbloem – che non più tardi di lunedì aveva auspicato un rapido insediamento del nuovo esecutivo italiano – ha escluso l’ipotesi che questa sia una misura volta a risolvere i problemi di alcuni Stati nello specifico.

Il Presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem

Il Presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem

Per il politico olandese, l’ok di Rehn è un punto a favore verso l’obiettivo di una maggiore crescita dell’intera Eurozona, nonché di una più efficace lotta alla disoccupazione, che in alcune zone “ha raggiunto una percentuale inaccettabile”. Secondo il Presidente dell’Eurogruppo, il raggiungimento di tali obiettivi è strettamente legato ad un più stringente coordinamento delle riforme fondamentali per garantire una maggiore concorrenzialità all’interno della stessa Unione Europea.

In attesa di conoscere le prime reazioni ufficiali dall’Italia, ci sono pochi dubbi sul fatto che il dibattito non tarderà a scatenarsi, tra chi ritiene la notizia come un punto a favore dell’abbandono della linea di rigore avanzata dalla Merkel e chi, viceversa, considera il vincolo delle riforme imposto da Rehn come l’ennesima dimostrazione della morsa tedesca sulla politica economica europea.




L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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