#OccupyScampia

Pubblicato il 3 Febbraio 2012 alle 14:09 Autore: Chiara Cavalleris
#occupyscampia

“Tenere alta la saracinesca della dignità contro la camorra”: le parole di Giulio Cavalli, consigliere regionale, oltre che attore e regista impegnato nella realizzazione di spettacoli sui clan infiltrati nel nord Italia, sembrano riassumere in un motto le ragioni del movimento Occupyscampia, che, soltanto per la denominazione e il battesimo nel web, emula la protesta contro disoccupazione e disuguaglianza economica Occupywallstreet. La sommossa pacifica è in azione alle 17 di oggi, venerdì 3 febbraio, per accendere i riflettori sul coprifuoco che la camorra avrebbe tacitamente imposto ai cittadini di Scampia. A guidare l’iniziativa, la deputata del PD Pina Picierno, che ha dato vita a tutto con un tweet. “Facciamogli capire che Scampia non è cosa loro”, tuonava la giovane deputata sul social network, e oggi, in piazza Giovanni Paolo II, a fianco degli onesti cittadini e delle associazioni locali, si alleano Libera e Roberto Saviano. “I clan danno l’ordine: entro le sette, sette e mezza di sera bisogna chiudere i negozi. Entro le otto tornare a casa. I bar al massimo entro le 22 devono avere le saracinesche chiuse”, ha spiegato lo scrittore, confermando gli allarmismi de Il Mattino, il primo a denunciare il coprifuoco, da molti smentito.

Tra i negazionisti, il procuratore della Repubblica di Napoli, che, con pessimismo arrendevole, afferma: “Non c’è niente di nuovo da scardinare, almeno non più di ieri, quando nessuno occupava Scampia, e non meno di domani, quando tutti se ne torneranno a casa. E nello schieramento degli scettici, impegnati a smentire gli intoccabili della lotta alle mafie, ci sono cittadini comuni e primi cittadini; a Luigi De Magistris il coprifuoco “non risulta”, mentre Ciro Corona, presidente dell’associazione (R)esistenza di Napoli, in lotta contro l’illegalità e la cultura camorristica, dichiara e ribadisce ai microfoni di RadioTre di non aver riscontrato un simile fenomeno. Ciro, che oltre al suo lavoro allo sportello anticamorra fa l’animatore tra i ragazzi di Scampia, asserisce che nessuno ha impedito loro di svolgere le prove del nuovo spettacolo, anche fino a tardi.

#occupyscampia

Da una parte, i suoi racconti di chiacchiericci serali fuori dalla sala prove, dall’altra i moniti de Il Mattino, che vedono le donne del quartiere napoletano tornare a casa dal supermercato in fretta e furia. Qualunque sia il reale clima che si respira a Scampia, quotidiana tensione scandita da saltuarie sparatorie o terrore permanente, rinnovato da ulteriori regole a cui sottostare nella subdola occupazione mafiosa, la contro-occupazione guidata dalla Picierno trova ragione di esistere.

Anche se fosse una manifestazione fine a sé stessa, Occupyscampia accende i riflettori sui problemi cittadini, che certo non si fermano a un presunto coprifuoco. E, nel dimostrare che la politica non sempre è distante dalla comunità, la deputata viene accusata di voler cavalcare l’indignazione popolare sbandierando i colori del Partito Democratico, che non aspettavano altro che essere sfoggiati, in attesa dell’ennesima tirata mediatica. A tali critiche, sorte su Facebook, coerentemente con le origini del movimento, la Picierno risponde, ermetica: “Non so se la notizia de Il Mattino fosse forzata, mi fido di voi. Ma è vero o no che la camorra esiste? E’ vero o no, che condiziona la vita, a Scampia come a Casale o San Cipriano? Occupyscampia è un movimento spontaneo, nato dal basso, di persone che vogliono dire no a ‘ste bestie che hanno avvelenato le nostre terre. Tutto qua”. Senza troppe pretese.

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