Sauli Niinistö eletto presidente della Repubblica finlandese

Pubblicato il 6 Febbraio 2012 alle 15:00 Autore: Antonio Scafati
Sauli Niinistö

È Sauli Niinistö il dodicesimo presidente della Repubblica finlandese. Al secondo turno, il candidato del Partito di Coalizione Nazionale ha sconfitto l’avversario della Lega Verde, Pekka Haavisto, con il largo margine che era stato anticipato: 62,6% per Niinistö contro il 37,4% di Haavisto. Tradotto in persone, hanno votato per il neopresidente un milione e ottocentomila finlandesi; un milione e centomila quelli che hanno preferito Haavisto. Bassa l’affluenza: si è recato alle urne solo 68% degli aventi diritto. Non erano così pochi dal 1950. Il primo marzo, Niinistö prenderà ufficialmente il posto dell’attuale presidente Tarja Halonen.

Per Niinistö si completa una rincorsa alla presidenza della Repubblica finlandese cominciata anni fa. Già nel 2000 il suo partito gli aveva chiesto di correre: inutilmente. Si candida invece alle presidenziali del 2006, sfidando la socialdemocratica Tarja Halonen. Al primo turno, il candidato del Partito di Coalizione Nazionale si era fermato al 24%, la laburista al 46%. Alla fine, però, il ballottaggio li aveva messi molto vicini: meno di 115.000 voti di differenza in favore della presidente rieletta. Stavolta la storia è stata molto diversa. Niinistö è stato protagonista di una cavalcata trionfale, ha dominato la campagna elettorale, è sempre stato in testa: ha sbaragliato la concorrenza prendendosi già al primo turno il 37% dei consensi. E al ballottaggio ha raccolto un mare di preferenze, quelle che i sondaggi del resto gli avevano sempre attribuito. Anche prima del voto di domenica scorsa, Niinistö era accreditato del 64% dei voti. Ci è andato vicinissimo, mancando il bersaglio per meno di un punto e mezzo.

Sauli Niinistö

Con questo risultato finisce un’epoca durata trent’anni nel corso dei quali la presidenza della repubblica era stata esclusivamente un fatto socialdemocratico. Koivisto, Ahtisaari, Halonen: dalla riforma del 1988 (quando la scelta del presidente era stata affidata ai cittadini) a spuntarla era sempre stato un laburista. Stavolta il Partito Socialdemocratico manca clamorosamente l’appuntamento: il suo candidato, Paavo Lipponen, s’era fermato già al primo turno, con un 6,7% che lo aveva relegato dietro ai vari Niinistö, Haavisto, Väyrynen, Soini.

Niinistö arricchisce una carriera già piena di incarichi di prestigio. Leader del Partito di Coalizione Nazionale dal 1994 al 2001, Ministro della Giustizia nel 1995 e poi Ministro delle Finanze tra il 1996 e il 2003 (gli anni in cuila Finlandiaè approdata nella zona euro), speaker del Parlamento dal 2007 al 2011, dove era entrato da deputato per la prima volta vent’anni prima. È Presidente Onorario del Partito Popolare Europeo.

È considerato indipendente, ma ha anche popolarità. Esperto di cose economiche, gli vengono riconosciute doti di raffinato politico. Sauli Niinistö ha pescato voti ovunque. Lo hanno scelto la maggior parte di quelli che al primo turno avevano votato per Timo Soini (Veri Finlandesi) e per Paavo Väyrynen (Partito di Centro), ma pure gli elettori del Partito Popolare Svedese e della Democrazia Cristiana. E così hanno fatto anche tanti socialdemocratici. Il candidato della Lega Verde ha raccolto invece consensi tra gli elettori dell’Alleanza di Sinistra e tra i giovani, mentre Niinistö è piaciuto soprattutto agli over 50. Il neopresidente è stato il più votato in tutte le municipalità del paese. Solo nelle isole Åland Haavisto lo ha superato. A Helsinki, invece, c’è stato un sostanziale pareggio.

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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