Marò: maggioranza boccia l’emendamento Minzolini

Pubblicato il 27 Febbraio 2014 alle 15:26 Autore: Daniele Errera

La maggioranza silura l’emendamento (3102) di Augusto Minzolini sulle missioni estere anti-pirateria. Una postilla che aveva fatto discutere a lungo sull’utilità delle iniziative estere e congiunte.

Stizzito, l’ex direttore del Tg1, dichiara alla stampa come “la decisione di Governo e maggioranza di non accogliere il mio emendamento che chiedeva il ritiro della partecipazione italiana dalle missioni contro la pirateria in caso di condanna dei nostri Marò per terrorismo o omicidio da parte della giustizia indiana, dimostra che il nostro Paese continua in una logica inerziale”. Minzolini continua: “dopo due anni si va avanti con comportamenti più attenti alle logiche degli azzeccagarbugli di New Delhi (condizionati dalle elezioni indiane), che non da un’iniziativa politica decisa e a tutto campo sia nei confronti del governo indiano, sia delle organizzazioni internazionali di cui facciamo parte da cui esigiamo solidarietà”.

Minzolini

Il giornalista e Senatore forzista aveva già ritirato due emendamenti (3100 e 3101), decidendo però di mantenere quello che prevedeva la cessazione delle attività italiane alle operazioni europee nell’iniziativa Atlanta e alla missione Nato contro la pirateria (incentrato specialmente nel Corno d’Africa). A favore dell’emendamento Minzolini avevano votato Lega Nord (pur presentando un incerto Calderoli), Movimento 5 Stelle ed ovviamente Forza Italia.

Il bersaglio dell’attacco è il governo, accusato di “inerzia”. Anche il neo ministro della Difesa, Roberta Pinotti, aveva fatto sapere come “in questo momento è necessario puntare sulla solidarietà internazionale per far riconoscere all’India il suo errore” ed un simile emendamento “potrebbe far venir meno l’appoggio internazionale”, di fatto cassando l’opera minzoliniana. Una lentezza (quella dell’esecutivo, per l’ex direttore del Tg1) che “stride – dice Minzolini – anche con i discorsi e i tempi che il nuovo Premier, Matteo Renzi, si propone. Anche le motivazioni con cui Governo e maggioranza non hanno accolto l’emendamento non stanno in piedi. Dicono: ‘sul piano giuridico è impossibile legiferare non su un dato certo ma su un’eventualità (l’ipotetica condanna dei Marò ). Un discorso che fa a pugni con la logica delle clausole di salvaguardia di cui è costellata la legge di stabilità che prevede l’introduzione automatica di nuove tasse qualora non fossero raggiunti alcuni obiettivi di tagli di spesa”.

Minzolini conclude senza mezzi termini, in linea con i suoi vecchi editoriali: “insomma, uno spreco di parole e di intelligenza per un Parlamento condannato all’immobilismo e all’impotenza. Cominciò a pensare che il tempo di Renzi sia uguale a quello di Letta”.

Daniele Errera

 

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
Tutti gli articoli di Daniele Errera →