Governo: riforma del Titolo V contro le spese folli regionali

Pubblicato il 17 Marzo 2014 alle 15:26 Autore: Daniele Errera

Quasi quotidianamente arrivano notizie delle ‘spese pazze’ da parte di più consiglieri o gruppi regionali. Dalle Alpi a Palermo. Lazio, Piemonte, Sicilia sono solo gli ultimi esempi. E ce ne sono di altri. Adesso, nell’agenda del Governo Renzi, c’è un piano per limitare le ‘spese folli’ delle Regioni.

A mettere in evidenza la necessità di un’iniziativa simile, oltre alle varie inchieste sui fondi dei gruppi consiliari regionali, vi sono le varie missioni nei paesi esteri da parte di rappresentanti regionali: Debora Serracchiani ed il suo entourage, per esempio, hanno svolto una missione pro barbatelle di Rauscedo (Pordenone) niente di meno che a Baku, capitale Azerbaigian. Con tanto di incontro col Presidente azero. Poi il viaggio di Cota in Giappone al fine di rendere ancora più visibile il ‘suo’ Piemonte. Quindi il marchio “made in Lombardy”. Infine, si fa per dire, il Centro estero Umbria, per l’internazionalizzazione della regione guidata da Catiuscia Marini. Oggi ci si chiede se la Titolo V abbia fatto bene ad includere certe competenze come il commercio estero. Ecco perché Renzi avrebbe già pronto un disegno di legge costituzionale che riporti tale funzione in seno allo Stato centrale, così come la “programmazione strategica del turismo”. Settore decisivo per l’Italia che però oggi ne ricava solo il 4,1% del Prodotto Interno Lordo.

Ma nell’obiettivo renziano non vi è solo il ritorno di queste competenze all’ambito statale. Ve ne sono delle altre: l’ordinamento delle professioni intellettuali e della comunicazione è il primo. Ancora, la tutela e la sicurezza del lavoro, e poi l’energia, le grandi reti di trasporto, i porti e gli aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale. Infine le norme generali sul governo del territorio e l’urbanistica. Insomma, un grande ridisegno istituzionale (e costituzionale) dello Stato e degli Enti Locali.

Tornando, però, ai fondi ai gruppi consiliari, il nuovo articolo 122 prevedrebbe il divieto di versare contributi ai gruppi politici dei consigli regionali. Secondo Roberto Perotti de lavoce.info , i gruppi consiliari regionali avrebbero speso quasi 100 milioni nel solo 2012. Vengono, così, battuti clamorosamente i parlamentari.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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