Corte UE: Italia incapace di gestire i fondi europei

Pubblicato il 29 Marzo 2014 alle 18:33 Autore: Giuseppe Spadaro
corte di giustizia unione europea

Dura reprimenda da parte del Tribunale UE, che ha confermato la riduzione di circa 80 milioni dei fondi europei per la Regione Puglia, legati al FESR, il fondo per lo sviluppo regionale istituito in sede comunitaria per far fronte agli squilibri locali. La decisione del Tribunale conferma quanto già sentenziato dalla Commissione europea nel 2009, una decisione cui aveva fatto seguito un ricorso dell’Italia.

Secondo la Corte UE, “le gravi carenze di cui le autorità italiane hanno dato prova su gestione e controllo dell’utilizzo dei fondi Ue sono tali da condurre a irregolarità sistemiche”. La Commissione aveva constatato tali irregolarità già nel 2007, riducendo il finanziamento delle spese certificate del Fesr alla Puglia del 10%, pari a poco meno di 130 milioni di euro – cifra poi rivista al ribasso e ridotta a 80 milioni.

L’audit effettuato dalla Commissione nel 2007 aveva certificato la mancata presenza di “un sistema che garantisse una buona gestione finanziaria dei fondi”, con riferimento specifico a fondi del bilancio 2000-06, stanziati in particolari dopo l’approvazione nel 2000 del programma operativo per la Regione Puglia (POR Puglia). Tali carenze sono state confermate in un audit successivo, fissando un termine per le rettifiche necessarie. Tuttavia, nel 2009 un terzo audit aveva rivelato il mancato rispetto dei requisiti entro i termini impartiti. Da qui la decisione della Commissione, che aveva ridotto il contributo FESR per l’Italia – e, nello specifico, per la Puglia – il 22 dicembre 2009. Il successivo ricorso dell’Italia dinanzi alla Corte UE – per ottenerne l’annullamento – è stato ora respinto dal Tribunale stesso.

Il Governatore della Puglia, Nichi Vendola, minimizza il problema: “nessuna conseguenza sul piano contabile,non ci saranno danni per i pugliesi”. Anche perchè, secondo il leader di SeL, “il livello di rendicontazione era talmente superiore alla dotazione del Programma, che il taglio è stato assorbito senza conseguenze”.

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Tuttavia, la sentenza della Corte UE è l’occasione per Vendola per scagliarsi contro il suo predecessore, Raffaele Fitto. La decisione “fotografa una situazione del passato, relativa al sistema dei controlli del Por Puglia 2000-2006, ereditata dalla precedente amministrazione”. Vendola aggiunge che “la Puglia è una delle poche regioni italiane per le quali la Commissione europea ha approvato definitivamente e ufficialmente la rendicontazione finale del programma 2000-2006, a conferma del buon andamento del sistema di gestione e controllo. Oggi siamo la Regione che proprio per i controlli e per la gestione è considerata una delle più efficienti d’Europa”.

Per Vendola è stato proprio l’atteggiamento virtuoso della Regione ad averla spinta (“in accordo con lo Stato italiano”) a impugnare la decisione della Commissione. Ecco perchè, aggiunge il governatore pugliese, “sebbene si tratti di una mera questione di principio valuteremo, sempre con lo Stato, la possibilità di ricorrere in appello”.

Giuseppe Spadaro

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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