Elezioni europee: novità dei simboli a portone chiuso

Pubblicato il 6 Aprile 2014 alle 06:36 Autore: Gabriele Maestri
La notte non ha portato molti depositanti in più davanti al Viminale. Al momento il blocchetto di Mirella Cece segna il numero 14: tra gli ultimi arrivati, No Euro, Lega Padana e l’Italia dei Valori.  I grandi partiti arriveranno verosimilmente più tardi (non hanno bisogno di tutele particolari), nel frattempo si attende di vedere in bacheca le novità grafiche che proprio ieri hanno preso corpo.
Non fai in tempo infatti ad abituarti ai simboli che sono già stati presentati in pubblico, con tanto di conferenza stampa, che qualcuno si è già adoperato per metterli in soffitta e tirarne fuori di nuovi. Ieri almeno due emblemi sono spuntati dal nulla, dopo trattative serrate e abboccamenti dell’ultima manciata di ore, e sono pronti per il deposito al Viminale, quando manca davvero poco all’apertura del portone.
Un emblema rappresenta l’esito che in prima battuta si era immaginato per l’area libdem, o per lo meno qualcosa di simile. L’unità elettorale sembrava ormai impossibile, dopo che il tandem Centro democratico – Fare aveva creato la sua Scelta europea, facendo irritare parecchio i montiani che avevano prontamente schierato la loro Scelta civica per l’Europa, annunciando fuoco e fiamme per il “furto” di parte del loro nome. Nelle ultime ore, però, Scelta civica è rientrata nel disegno della lista Alde, al punto che tra le “pulci” di Cd e Fare (stavolta riportato per intero nel nome) ora al posto del tondino con la sigla della famiglia europea c’è proprio l’emblema del partito della Giannini e di Bombassei nella versione originale (non quella presentata pochi giorni fa); visto che è sparito il riferimento all’Alde, prende corpo almeno la sua esplicazione testuale, ingrandendo la dicitura “Alleanza liberali democratici europei”. Niente più ricorsi montiani a questo punto e il simbolo (senza bisogno di firme grazie a Cd e Sc) può tranquillamente superare la soglia prevista, contando anche sul sostegno di varie forze minori (da LibMov ad Ali, dal Pli di De Luca fino al Pri).
Problemi di sbarramento si dice siano alla base di un altro rassemblement simbolico più o meno previsto: quello tra il Nuovo centrodestra e l’Unione di centro. C’è chi sarebbe pronto a giurare (e il Mattinale lo scrive direttamente) che il matrimonio temporaneo tra le formazioni di Alfano e Cesa sarebbe dettato esclusivamente dal timore per entrambe di non riuscire a superare la soglia del 4%. L’Udc probabilmente ha pensato ai risultati delle ultime politiche, Alfano non ha dati elettorali in mano ma certamente avrà dei sondaggi: a dispetto delle dichiarazioni fatte, forse, le previsioni di risultato non sarebbero buone.
Dipenderebbe da questo la scelta di far convivere i due contrassegno, schiacciando nel 55-60% superiore del cerchio il simbolo di Ncd (mantenendo il nome di Alfano) e inserendo al di sotto il segno dell’Udc, con lo scudo crociato in primo piano e le due vele al di sotto, quasi invisibili su un inedito sfondo bianco. Attorno, solamente le sigle azzurrine dell’Udc e della famiglia di riferimento, il Ppe.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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