Un miliardo di sprechi, così lo Stato gestisce 281 miliardi di immobili e terreni

Pubblicato il 7 Aprile 2014 alle 12:14 Autore: Carmela Adinolfi

In tempi di spending review e di lotta agli sprechi, di annunci e promesse (“risparmieremo un miliardo di euro all’anno” aveva dichiarato Renzi pochi giorni fa ai microfoni di Sky) giungono allarmanti i dati di un’inchiesta pubblicata oggi da Repubblica sugli sprechi nel mattone da parte della Pubblica Amministrazione.

Perché mentre proprio ieri sera si è conclusa la vendita all’asta su eBay delle auto blu messe in liquidazione dal governo Renzi (6 quelle vendute in totale, per un incasso di sessantamila euro), “più per dare un segnale ai cittadini, per fare un gesto simbolico” che per ricavare davvero utili, aveva ammesso lo stesso primo ministro in conferenza stampa, l’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano di Ezio Mauro sui dati forniti dalla Ragioneria dello Stato fotografa una situazione allarmante, con cifre da capogiro e una gestione molto allegra del patrimonio immobiliare a cui, spesso, si aggiunge una scarsa trasparenza e una collaborazione inesistente fra i vari dicasteri.

Lo Stato, al 2012, possiede un patrimonio immobiliare di oltre 281 miliardi di euro, un tesoro in mattoni dal valore più che raddoppiato rispetto ai 128 miliardi di euro del 2008. Case, palazzi, chiese, caserme, terreni, fabbricati dismessi sparsi su tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sud dello stivale, e di cui lo Stato in molti casi non sa nemmeno di avere la proprietà, destinando ogni anno paradossalmente più di un miliardo di euro del suo bilancio per il pagamento degli affitti di uffici e sedi. 

Un patrimonio su cui il Tesoro negli ultimi anni aveva avviato un censimento, invitando tutte le amministrazioni a comunicare i propri beni. Se il 40% di queste risulta non aver “ancora inviato nessuna comunicazione”, a fare notizia è che nemmeno il Governo (se non per il 10% degli uffici interpellati) né il Demanio abbiano ancora comunicato il proprio rendiconto sulle proprietà direttamente controllate, cosicché risulta impossibile avere una stima precisa del valore totale di questo patrimonio, mentre Stato centrale e governi locali continuano a battere cassa e a sperperare denaro pubblico per le “spese ordinarie” di affitti e locazioni.

Eppure lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze negli ultimi mesi, prima di avviare il censimento, aveva pubblicato i risultati di un’indagine sottolineando che “la conoscenza degli attivi del patrimonio pubblico rappresenta un elemento indispensabile per orientare le decisioni di politica economica”. “La gestione efficiente del patrimonio pubblico – si legge nelle carte del Tesoro – può svolgere un ruolo importante per il contenimento del deficit e la riduzione del debito pubblico”. Di fronte all’urgenza, dunque, di operare tagli alla spesa pubblica avverte il Tesoro, conoscere il valore effettivo del patrimonio immobiliare sarebbe utile per il Governo, in difficoltà sulle coperture necessarie a far fronte agli impegni presi da Renzi (80 euro in più in busta paga dal 27 Maggio, 2 miliardi per il piano scuola e la riduzione dell’Irap alle imprese, slittata nelle ultime ore al 2015).

spending review, cottarelli combatte sprechi di stato

Un bilancio in attivo sul fronte immobiliare su cui non può nemmeno abbattersi la scure del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, data la scarsa trasparenza e la poca collaborazione degli stessi dicasteri nella comunicazione di quanto posseduto. Insomma una bella grana per il Primo Ministro, da sempre impegnato nella realizzazione dell’open government, nella semplificazione della pubblica amministrazione (con l’introduzione degli open data e della rendicontazione online). Ombre sull’inefficiente gestione del patrimonio statale che contrastano con la legge 191 del 2009, che obbliga tutti gli enti a comunicare le proprietà al dipartimento del Tesoro.  Numeri e cifre su cui si annebbia il sospetto di una gestione clientelare della cosa pubblica e controlli insufficienti di governo centrale e autonomie locali: le ultime cifre della Ragioneria di Stato risalgono al 2012 e parlano di 633mila 956 unità immobiliari statali, per quasi 305 milioni di metri quadri. Uno spazio enorme, al quale vanno aggiunti 875 mila terreni per una estensione di circa un milione e 700 mila ettari.

Una situazione paludosa, in cui nemmeno Palazzo Chigi sembra brillare per onestà, rivelandosi “scandalosamente moroso” nel pagamento degli affitti. Per non parlare dell’Inail (L’istituto nazionale delle assicurazioni) con un patrimonio stimato in oltre 4 miliardi di euro, nel cui bilancio mancano all’appello 30-40 milioni di euro ogni anno provenienti dai canoni di locazione di ministeri o di altri uffici pubblici.

Un miliardo di euro di sprechi che contrasta con le manovre varate negli ultimi anni dai governi Berlusconi Monti e Letta e che, di certo, non farà piacere al governo Renzi. Una zona grigia di cui nemmeno lo stato conosce il valore effettivo e che non aiuterà di certo l’Italia a raggiungere il pareggio di bilancio entro la fine dell’anno, a rispettare il Fiscal Compact firmato in sede Europea e  a non sforare il rapporto deficit/PiL al 3%.

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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