Ucraina, “invasione indiretta” di Mosca

Pubblicato il 23 Agosto 2014 alle 16:32 Autore: Guglielmo Sano

Sempre più alta la tensione tra Ucraina e Russia. I 280 camion inviati da Mosca per far fronte alla crisi umanitaria della città di Luhansk hanno atteso più di una settimana al confine con il territorio di Kiev. Non arrivando il benestare del governo e di fronte a un peggioramento delle condizioni di vita della popolazione delle regioni orientali dell’Ucraina, il governo russo ha dato l’ordine al convoglio di passare il confine all’altezza della città di Izvaryne.

Ufficialmente i camion contenevano materiali sanitari, cibo per bambini e altri generi di prima necessità, per il governo di Kiev invece rappresentano soltanto “un’invasione indiretta” e una “palese violazione del diritto internazionale”. Inoltre il Colonnello Andrey Lysenko, portavoce dell’esercito ucraino, sentito dal Washington Post ha dichiarato “con il pretesto degli aiuti umanitari sono stati consegnati ai separatisti attrezzature utilizzate per costruire un avanzato sistema di tracciamento velivoli”. Il capo della missione OSCE in Ucraina Paul Picard ha riferito che solo 37 camion sono stati controllati dalla Croce Rossa Internazionale.

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Nikolai Sinitsyn, portavoce del servizio federale russo di Controllo Frontiera della Regione di Rostov, ha confermato in queste ore che il convoglio dopo aver depositato i materiali ha fatto ritorno in Russia per la strada da cui era venuto. “Abbiamo aspettato abbastanza a lungo – ha dichiarato il portavoce della Russia all’ONU Vitaly Churkinera tempo di muoversi e questo abbiamo fatto”. Ieri mattina anche Lavrov si è detto spazientito dalle scuse e dei ritardi degli ucraini volte a ritardare gli aiuti “fino a quando non ci sarà più nessuno a cui inviarli”.

Rispondendo al capo della diplomazia russo Valentyn Nalyvaichenko, Responsabile della Sicurezza dello Stato, aveva risposto che non sarebbe stato tollerato l’ingresso dei camion russi. Al loro ingresso Kiev avrebbe risposto col fuoco, insomma. Fondamentale a quel punto è stato l’intervento a marcia indietro del premier Arseniy Yatseniuk volto a evitare “un’invasione militare russa a tutto campo”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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