Hercules – Il Guerriero, l’antica Grecia non è mai stata così divertente

Pubblicato il 25 Agosto 2014 alle 08:58 Autore: Francesca Garrisi

Cosa rende intramontabile e affascinante la mitologia? Tanto per cominciare, il fatto che questa ponga al centro le gesta di dei e semidei dal talento infallibile e fuori dal comune, cui si accompagna una personalità fragile e perfettibile, simile a quella di qualsiasi umano. A ciò si aggiunge l’alone di enigmaticità e mistero tipico delle storie al confine tra verosimile e leggendario. Non è un caso, quindi, che il cinema abbia attinto nel corso degli anni a piene mani da questa sorta di “miniera d’oro”; in tal senso, uno degli ultimi prodotti sfornati è Hercules – Il Guerriero, di Brett Ratner, uscito in sala lo scorso 13 agosto.

Nonostante le 12 fatiche di cui si è reso protagonista, la vita del semidio Hercules (Dwayne Johnson), figlio di Zeus e una mortale, tenacemente odiato da Era, non è certo in discesa. La fama delle sue gesta si diffonde a macchia d’olio attraverso gli aedi che le celebrano, e lo stesso Hercules, grazie al carisma e alla possenza fisica che lo contraddistinguono, è la miglior pubblicità di sé stesso. Costretto a fare di necessità virtù, il più valoroso guerriero dell’Attica si guadagna il pane come mercenario insieme a un gruppo di fedelissimi, di cui fanno parte, tra gli altri, il nipote Iolaus (Reece Ritchie), l’indovino Amphiaraus (Ian McShane), Atalanta (Ingrid Bolsø Berdal) e lo stratega Autolycus (Rufus Sewell).

al cinema hercules il guerriero

Così, quando  un re della Tracia richiede il suo intervento per scongiurare l’imminente invasione, il semidio e i suoi si lanciano nell’ambiziosa impresa di trasformare dei contadini in implacabili soldati. Questa sfida però lo costringe a fare i conti con le sfide che hanno modificato inesorabilmente il corso della sua esistenza, ovvero l’uccisione della sua famiglia avvenuta in circostanze non molto chiare, e la conclusione dell’ultima delle sue fatiche. Ce la farà Hercules a uscire vittorioso?

“Quello che del nostro Hercules è differente è che lui è un uomo normale che ha ripudiato il fatto di essere il figlio di un dio greco. Tutte le leggende partono da una storia vera e, quando ho letto il copione tratto dal fumetto di Hercules, le guerre della Tracia, quello che mi ha colpito di più era che era impostato su una realtà assolutamente concreta. E questo è quello che ho voluto portare sullo schermo”. Così il regista Brett Ratner ha riassunto le intenzioni con cui il film è stato concepito; a incarnare (è proprio il caso di dirlo) egregiamente il protagonista, invece, ci ha pensato l’attore Dwayne Johnson, figlio del lottatore professionista Rocky Johnson e nipote del leggendario wrestler samoano Peter Maivia, già interprete di film come Fast and Furious 6 e Pain & Gain – Muscoli e denaro. Grazie a un fisico imponente, mastodontico ai limiti dell’incredibile, l’attore lascia aperta nel pubblico, fino alla fine, la domanda cruciale: quanto di umano c’è in Hercules e quanto, invece, di divino? A Johnson va inoltre riconosciuto il merito di non essere scivolato in una rappresentazione stereotipata, ai limiti della macchietta. Impresa non da poco, nel senso letterale del termine.

In Hercules – Il guerriero il sovrannaturale si disvela attraverso i racconti, in quando non viene mostrato, ma “semplicemente” suggerito, evocato. Come a dire che per credere in qualcosa non è necessario che si manifesti esplicitamente, piuttosto, è sufficiente voler credere, e rendersi, docilmente, disponibili a un pizzico d’inganno. La vena di humour che attraversa il film contribuisce inoltre ad alleggerire la componente drammatica della storia, offrendo al pubblico una rivisitazione inedita del mito, all’insegna del rovesciamento giocoso, più che della sterile celebrazione.

Perciò, se quello che cercate al cinema in quest’ultimo scorcio di estate è un po’ di spensieratezza, senza tuttavia staccare completamente il cervello, il film di Ratner è quello che fa per voi. Ma state attenti a non fare confusione con i titoli, perché c’è un altro Hercules in circolazione. E’ quello de La leggenda ha inizio, diretto da Renny Harlin e interpretato dall’ex vampiro di Twilight Kellan Lutz, e in questo caso la vera impresa sarebbe restare seduti, e vedere il film fino alla fine.

L'autore: Francesca Garrisi

31 anni, una laurea in Scienze della Comunicazione e poi un master in comunicazione d’impresa e comunicazione pubblica. Ha collaborato con l’Osservatorio di Comunicazione Politica dell’Università del Salento, e come stagista con il settore Comunicazione Istituzionale della Regione Puglia. Ha scritto per l’mPAZiente, bimestrale d’inchiesta salentino, e a oggi collabora con Termometro Politico e il settimanale salentino Extra Magazine. Un po’ Monty Python un po’ Cuore Selvaggio, è innamorata della lingua tedesca, che ritiene ingiustamente sottovalutata e bistrattata
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