Ventiquattro anni e un’impresa da cifre da capogiro: la storia di Salvatore Aranzulla

Pubblicato il 14 Settembre 2014 alle 16:33 Autore: Clara Amodeo

Salvatore Aranzulla è un giovane italiano che dal nulla ha saputo creare un sito, diventato oggi una vera impresa: non un mito, ma una realtà raggiungibile anche da un ragazzo di soli 24 anni. La sua storia inizia una decina di anni fa, quando ha deciso di creare un sito per spiegare agli utenti della rete come risolvere problemi inerenti la tecnologia e i computer. Oggi i contenuti sono circa 5000 e, nel corso degli anni, l’hobby è diventato il primo sito di tecnologia in Italia: 9 milioni di visite al mese e quote editoriali sull’informatica pari al 30%.

L’azienda, che dà lavoro a 15 persone, si sostiene economicamente attraverso il meccanismo per i ricavi pubblicitari: i contenuti sono gratuiti e nel contenuto c’è della pubblicità che viene esposta dalle aziende sia perché esse pensano che il sito sia utile per diffondere il proprio brand sia perché esso risponde alle esigenze dell’utente finale. Il contenuto qualitativo è infatti elevato: non vi è pubblicità occulta, non vi sono marchette e ogni singolo passaggio funziona per un utente che, apprezzando, aumenta e permette maggiore visibilità alla pubblicità. Internet può poi essere un punto di partenza per estendersi ad altre attività quali la pubblicazione di libri cartacei sull’informatica.

Verrebbe spontaneo pensare che tale progetto sia nato una grande città produttiva e tecnologicamente avanzata com’è Milano: e invece tutto ha preso vita in un piccolissimo paese in provincia di Catania di cui Salvatore è originario. “In Italia – spiega Salvatore – siamo abituati a sentire notizie negative sull’esperienza giovanile: nulla di più sbagliato! Poiché so che ciò influisce negativamente sul lavoro e sullo stile di vita dei più giovani, cerco continuamente di ribaltare questo trend per migliorare non solo la mia condizione di imprenditore ma anche quella dei ragazzi che lavorano per me”.

Da una parte, dunque, la società deve fornire i mezzi ai più giovani per potersi evolvere e, dall’altra, i ragazzi che si approcciano al mondo dell’imprenditoria devono seguire delle regole: partire dal basso con umiltà e rimboccarsi le maniche, imparando a fare sacrifici e mettendosi nell’ottica che è fondamentale la capacità di rimettersi in gioco per creare non solo nuove opportunità ma anche nuovi lavori.