Berlusconi, frode fiscale: la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ammette il ricorso per violazione dei principi del giusto processo

Pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 19:05 Autore: Ilaria Porrone
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Silvio Berlusconi potrebbe trovare la sua ‘giustizia’ a Strasburgo. La notizia è che la Corte europea dei Diritti dell’uomo ha ‘ammesso’ uno dei ricorsi presentati dopo la condanna della giustizia italiana per frode fiscale (a 4 anni).

La comunicazione della Cedu, che risale alla scorsa settimana, è stata tenuta nascosta dai legali dell’ex Cav e notifica che ‘quanto prima possibile’ sarà fissata la data del procedimento avviato da “Berlusconi Silvio per violazione ripetuta dei principi cardine del giusto processo”. Vuol dire che per la Corte gli atti sono ‘degni di valutazione’, ovvero si rileva che nel corso del dibattimento sulla cosiddetta compravendita dei diritti tvci sono state, secondo la difesa di Berlusconi, ‘violazioni ripetute dei diritti dell’imputato’.

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Tra le presunte violazioni figurano la lista testi tagliata dai giudici, la non ammissione di alcune prove e ‘la non imparzialità’ del giudice. Una valutazione importante soprattutto alla luce dei fatti del 9 luglio scorso quando la Corte d’Appello di Milano ha assolto in un altro processo Fedele Confalonieri, Pier Silvio Berlusconi e altri sette manager.

L’impostazione dell’accusa si infatti fondava sugli stessi presupposto del processo che ha visto la condanna di Berlusconi: Mediaset, attraverso una triangolazione con alcune major statunitensi titolari di diritti tv, gonfiava i costi per mezzo di una mediazione del manager Frank Agrama, in questo modo sarebbero stati depositati oltre 200 milioni di dollari su conti riconducibili in gran parte a Berlusconi stesso. Secondo la procura questo meccanismo sarebbe proseguito anche dopo il 2008, con il nuovo management. Ma per Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi la Corte ha dato ragione alle difese.

La sentenza del 2 agosto 2013 ha portato allo stop (per ora) della vita politica de fondatore di Forza Italia: servizi sociali, decadenza da senatore, incandidabilità per cinque anni, interdizione penale dai pubblici uffici per due anni, estromissione da ogni carica rappresentativa e onorifica e il divieto di candidarsi alle elezioni, di qualsiasi livello.

La Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso ‘urgente’ contro la legge Severino che lo ha fatto decadere da senatore e gli ha impedito di candidarsi alle Europee del maggio scorso. Rimaneva solo il ricorso sul giusto processo.

In caso di riconoscimento di eventuali violazioni, ci sarebbe l’annullamento della sentenza di condanna e automaticamente l’ex Cavaliere tornerebbe titolare dei suoi diritti: potrebbe votare, candidarsi ed essere votato. Questo potrebbe aprire scenari politici impensabili, proprio in vista della prossima primavera.

Ilaria Porrone

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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