Pasticcio sicurezza in Francia, gli 007 mancano la cattura di tre jihadisti

Pubblicato il 24 Settembre 2014 alle 13:45 Autore: Guglielmo Sano

Un’operazione sulla carta semplice, quasi di routine, si è trasformata in un incubo per l’Eliseo e le autorità parigine. Martedì gli 007 aspettavano il ritorno in Francia di tre presunti jihadisti: Imad Jjebali, Gael Maurize e Abdelouahab El Baghdadi, erano stati fermati a fine Agosto in Turchia per problemi legati al permesso di soggiorno. I servizi francesi se li erano già fatti scappare una volta: nei primi mesi del 2014 erano riusciti a eludere i controlli e a recarsi in Siria.

In questi giorni era stata fatta molta pubblicità intorno alla cattura dei tre: uno di loro, El Baghdadi, è il marito di Souad Merah, sorella di Mohamed Merah conosciuto come il “killer di Tolosa”. Nel 2012, Merah, uccise sette persone, di cui tre minorenni, di fronte a una scuola ebraica, attentato rivendicato da un gruppo vicino ad Al Qaeda, per poi essere a sua volta ucciso, dopo un assedio di 33 ore, in un conflitto a fuoco con la polizia.

Il clamore mediatico suscitato dall’imminente cattura ha solo amplificato la portata della magra figura: l’aereo sul quale avrebbero dovuto essere è stato fermato sulla pista d’atterraggio dell’aeroporto parigino di Orly, ma dei presunti jihadisti neanche l’ombra. Il capitano dell’aereo ha riferito di essersi rifiutato, come suo diritto, di imbarcare i tre: non avevano i documenti amministrativi necessari, glieli avrebbero dovuti fornire le autorità di Ankara.

francia 007

El Baghdadi e gli altri due hanno preso il primo volo immediatamente successivo per la Francia ma diretto a Marsiglia. Arrivati sono stati loro stessi a stupirsi per primi: nessuno li aspettava, tantomeno la polizia. Con i loro passaporti sono passati attraverso i controlli senza incontrare resistenza. Il sistema informatico che controlla i documenti, il software Cheope, Martedì pomeriggio, non funzionava.

Il loro avvocato nella mattinata di oggi ha reso nota la disponibilità dei tre a consegnarsi e a rispondere alle domande degli inquirenti. Il quotidiano Libération poche ore fa ha confermato la notizia: si sono consegnati ai gendarmi di Caylar, nel distretto meridionale di Herault. Tuttavia il caso è lontano dall’essersi risolto: il ministro della Difesa francese, Le Drian, ha evidenziato la mancanza di coordinazione con i servizi turchi, sicuramente non esenti da colpe.

Queste parole non sono bastate all’opposizione di centro destra: i membri dell’UMP hanno accusato il governo di “dilettantismo”. Alcuni hanno dichiarato: “ci rendono lo zimbello del mondo, sono un governo di incapaci”. Così ha detto anche il vice-sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che ha poi aggiunto: “Inviamo aerei in Iraq e non controlliamo i nostri confini? La guerra è in Francia, la jihad è in Francia come in Iraq o Israele”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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