Sondaggio Regno Unito: Farage più apprezzato di Cameron, ma i britannici voterebbero Labour

Pubblicato il 29 Settembre 2014 alle 20:44 Autore: Piotr Zygulski
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Sondaggio Regno Unito: Farage più apprezzato di Cameron, ma i britannici voterebbero Labour 

L’istituto di sondaggi ComRes  ha condotto un’indagine per sondare l’opinione pubblica britannica coinvolgendo oltre duemila sudditi di Sua Maestà intervistati online tra il 24 e il 26 settembre. Il sondaggio è stato pubblicato sull’Independent on Sunday e sul Sunday Mirror.

In primo luogo, le intenzioni di voto. Si conferma primo partito quello laburista, che mantiene dall’inizio di settembre il 35% dei consensi, con un elettorato prevalentemente femminile: 4 donne su 10 voterebbero Labour. Inoltre fa molta presa sulle fasce d’età più giovani e nelle zone dell’Inghilterra settentrionale. Rispetto alla rilevazione del 24 agosto è in crescita di un punto.

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Il logo del Labour Party

Secondo posto per i Conservatori, al 29%, che perdono tre punti percentuali. A votarlo sarebbero più uomini che donne ed è il primo partito tra gli anziani e nella classe sociale più elevata.

Segue l’UKIP di Nigel Farage, che si rafforza al 19%, quando nell’indagine precedente aveva il 18% dei consensi. Come per i Tories, anche qui l’elettorato è in prevalenza maschile ed è più forte con l’avanzare delle fasce d’età. Tuttavia fa maggiormente presa sulle classi sociali inferiori, perciò – nonostante stiamo operando una notevole semplificazione – sembrerebbe che nell’UKIP sia confluito parte dell’elettorato “popolare” di orientamento conservatore deluso dai tories. Nonostante ciò, chi vota UKIP spesso è molto agguerrito: il 78% si dice assolutamente certo di recarsi alle urne, mentre tra i conservatori e i laburisti gli elettori che affermano di essere convintissimi sono meno di due su tre.

Calo invece di due punti per i Liberal Democratici, i quali otterrebbero il 7% dei voti, -1 rispetto a un mese fa. Il sostegno è abbastanza uniforme per genere e fasce d’età, ma aumenta progressivamente con la classe sociale.

Un elettore su dieci, invece, farebbe una scelta non inclusa tra queste quattro: il partito dei Greens racimola un 4% ed è abbastanza apprezzato dai giovani; lo Scottish National Party, reduce dalla sconfitta referendaria, si conferma la prima forza politica in Scozia ma complessivamente raccoglierebbe anch’esso un 4% di elettori, spesso molto motivati ad andare a votare.

Vediamo ora la fiducia nei vari esponenti politici e nei partiti. Differentemente dalla maggior parte dei sondaggi condotti dagli istituti italiani, che fanno emergere il consenso delle varie personalità sommando valutazioni “molto” e “abbastanza” positive, in questa indagine si è chiesto agli intervistati se avessero un’opinione positiva, negativa o neutra sui soggetti in questione. Chi non risponde viene inserito in una quarta categoria. Pertanto va precisato che i dati che leggerete qua sotto non sono assolutamente comparabili con quelli dei sondaggi nostrani, in quanto la metodologia di calcolo è molto differente.

Il premier conservatore David Cameron ottiene una valutazione positiva da un britannico su 4 (25%, in diminuzione di tre punti), mentre due su quattro (48%) gli attribuiscono un giudizio negativo. Molto scontenti soprattutto le classi popolari e i disoccupati, ma anche gli abitanti della Scozia, del Galles e dello Yorkshire e Humber; nel sud-ovest, invece, Cameron ha qualche popolarità in più. Il 19% esprime un giudizio che non è né positivo né negativo e l’8% non ha una opinione in merito, in larga parte si tratta dell’elettorato femminile e giovane.

Anche sul leader laburista Ed Miliband un suddito del Regno Unito su due (49%) mostra un’opinione negativa, soprattutto nei soggetti di età più avanzata, mentre le valutazioni positive sono pari al 19% (in aumento di un punto), distribuite abbastanza omogeneamente tra fasce di età, classi sociali e ripartizione geografica, con punte di popolarità del 26% in Scozia. Il Sud est invece tende ad evidenziare più giudizi negativi nei suoi confronti. Il 21% dei britannici manifesta nei suoi confronti una valutazione né positiva né negativa, mentre l’11%, spesso giovani elettrici, risulta senza opinione. Se Cameron è apprezzato da due tories su tre, Miliband ha a malapena il sostegno di metà del suo partito.

Le valutazioni su Nigel Farage dell’UKIP sono ripartite invece in questo modo: positive il 26% (in crescita di tre punti), negative 44%, neutre il 19% e senza opinione l’11%. Possiamo dire quindi che Farage è il leader britannico più apprezzato. I giudizi positivi sono più accentuati tra gli uomini, nell’elettorato di età avanzata, nelle classi popolari e nelle Midlands inglesi. Oggi offre il suo sostegno a Farage il 43% di chi nel 2010 votò conservatore, il 17% di chi scelse Labour e il 20% di chi LibDem. I giudizi negativi invece emergono nella fascia d’età dei trentenni, nelle classi sociali alte e medio-alte, e particolarmente in Scozia. Ed è infatti presso l’elettorato dello SNP che le valutazioni si fanno più severe. I giudizi neutri sono ripartiti uniformemente, mentre ad essere senza opinione sono, anche in questo caso, alcune giovani elettrici.

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Nigel Farage, leader UKIP

L’ex Primo Ministro del Regno Unito James Gordon Brown, del Partito Laburista, riscuote il 20% di giudizi positivi, 46% negativi e 24% neutri. Avrebbe il sostegno del 37% di coloro che si collocano in area labour e del 29% dei liberali. Su di lui non si esprime il 10%.

Solo il 15% si fida di un altro ex premier, Tony Blair, che raccoglie il 59% di valutazioni negative e il 18% di opinioni neutre; non si esprime l’8%. I giudizi negativi sono maggiori con il crescere dell’età degli intervistati e a Londra. Meno di un laburista su tre gli accorderebbe fiducia.

Il Cancelliere dello Scacchiere, ossia il ministro del Tesoro britannico, George Osborne (conservatore) ottiene giudizi positivi dal 21% degli intervistati, negativi dal 45%, neutri dal 23% e senza opinione il 11%; il suo ministro-ombra laburista Ed Balls invece è meno apprezzato: 16% di valutazioni positive, 48% negative, 24% neutre e 13% senza opinione.

L’Unione Europea riscuote apprezzamenti dal 23% degli intervistati, specialmente giovani, appartenenti a classi sociali elevate e abitanti scozzesi e londinesi; è prevalentemente europeista l’elettorato LibDem e Green. Le opinioni negative, pari al 45%, prevalgono nelle fasce d’età più avanzate e nelle classi meno agiate della popolazione, tra gli elettori UKIP e, in misura minore, anche tra i conservatori. I laburisti sembrano spaccarsi in tre, tra europeisti, euroscettici e euro-indifferenti. Complessivamente, è neutro il 21% e senza opinione l’11%.

Tra i partiti, il Labour incontra l’approvazione del 30% dei britannici, ma 43% sono i giudizi negativi, 18% neutri, 9% non si esprime

L’UKIP può vantare un 27% di opinioni positive – seducendo anche più di un tory su tre – 43% di negative, 20% neutre, mentre  il 10% degli intervistati non si esprime.

Il Partito Conservatore ottiene il 25% di valutazioni favorevoli, 48% negative, 18% neutre, 9% degli intervistati non si esprime.

Sui Greens il 31% dei britannici ha un’opinione neutra, il 17% positiva e il 29% negativa; non si esprime su di essi il 13% del campione.

Sotto un governo laburista ci sarebbero lavori meglio pagati rispetto ad un esecutivo tory? A pensarlo è il 27% del campione, soprattutto l’elettorato più giovane, mentre il 38% discorda e il 30% non sa. Se tra i ceti medio-alti e anche tra i lavoratori prevale il parere contrario, la classe sociale che comprende “non lavoratori” e lavoratori non specializzati si divide in tre tra chi è d’accordo, chi no, e chi non ha una opinione.

E il sistema sanitario nazionale, invece, sarebbe in mani migliori se affidato al Labour anziché ai conservatori? In questo caso risponde affermativamente il 40% dei britannici, compresa la maggioranza relativa di elettori LibDem, Green e SNP. Il 32% discorda  – spesso si tratta di anziani – e il 28% non ha opinione in merito.

Tra gli altri i quesiti posti nell’indagine, può interessare quello che riguarda l’avanzata dello Stato Islamico: la Gran Bretagna dovrebbe partecipare alle incursioni aeree in Siria e Iraq per fermare gli jiadisti? Il 45% degli intervistati sostiene di sì; è contrario il 26% e il 19% discorda. Più interventisti sono gli uomini, tra i quali il 60% è favorevole, mentre nelle donne prevale 30 a 21 l’opinione contraria. I sostenitori dei bombardamenti prevalgono tra gli elettori conservatori, laburisti, liberaldemocratici e anche dell’UKIP, mentre ambientalisti e indipendentisti scozzesi sono generalmente contrari.

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L'autore: Piotr Zygulski

Piotr Zygulski (Genova, 1993) è giornalista pubblicista. È autore di monografie sui pensatori post-marxisti Costanzo Preve e Gianfranco La Grassa, oltre a pubblicazioni in ambito teologico. Nel 2016 si è laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Genova, proseguendo gli studi magistrali in Filosofia all'Università di Perugia e all'Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), discutendo una tesi su una lettura trinitaria dell'attualismo di Giovanni Gentile. Attualmente è dottorando all'Istituto Universitario Sophia in Escatologia, con uno sguardo sulla teologia islamica sciita, in collaborazione con il Risalat Institute di Qom, in Iran. Dal 2016 dirige la rivista di dibattito ecclesiale Nipoti di Maritain. Interessato da sempre alla politica e ai suoi rapporti con l’economia e con la filosofia, fa parte di Termometro Politico dal 2014, specializzandosi in sistemi elettorali, modellizzazione dello spazio politico e analisi sondaggi.
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