Renzi: “Dal 2015 Tfr in busta paga”

Pubblicato il 6 Ottobre 2014 alle 10:26 Autore: Antonio Atte

Tfr in busta paga e calo degli iscritti in casa Pd, con relativa discussione sulla forma che il partito deve adottare. Questi i due leitmotiv che hanno scandito la settimana del premier, il quale, attraverso la Enews, ha provato a fare un quadro della situazione. Martedì avverrà l’incontro con le parti sociali e i sindacati e la priorità per Renzi è verificare “la fattibilità di una proposta sul Tfr che viene incontro ai lavoratori senza gravare sulla situazione bancaria delle piccole e medie imprese”. Le nuove misure della Bce dovrebbero offrire notevoli garanzie da questo punto di vista, secondo il presidente del Consiglio.

“Il Tfr, la liquidazione, sono soldi dei lavoratori, che però vengono dati tutti insieme alla fine – afferma Renzi -. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li ‘bruci’ tutti insieme. Uno Stato-mamma, dunque, che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente – prosegue il premier -: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del Tfr andassero subito in busta paga mensilmente“.

Sommandosi agli 80 euro, il Tfr in busta paga consentirebbe così ai lavoratori di mettere ulteriore fieno in cascina e di ampliare le proprie possibilità d’acquisto. “Un altro tassello verso il modello Italia – spiega Renzi -: noi infatti abbiamo scelto di non ridurre i salari, come hanno fatto altri Paesi, ma di fare le riforme per creare competitività”.

Tfr

A proposito del calo degli iscritti, Renzi tenta di ridimensionare le critiche piombategli addosso dalla “vecchia guardia” e afferma: “Qualcuno ha detto che il Pd ha questo crollo delle tessere perché non è in salute. A me pare che un partito che arriva dove non arrivava nessuno dal 1958, vince tutte le regionali in trasferta (Piemonte, Abruzzo, Sardegna), stravince nei comuni è un partito che gode di buona salute. Ma non possiamo girarci intorno: il tema tesseramento esiste. Poi io posso dire che preferisco avere una tessera finta in meno e un’idea in più. Anche perché spesso il tesseramento è alto solo negli anni in cui si votano i segretari di circolo”.

Piena apertura, invece, a una discussione sulla forma partito: “Quella parte del Pd che chiede una discussione sulla forma partito, su come si sta insieme, sulle regole interne, sul rapporto partito-governo pone un tema che per me è un tema vero. Per questo la Direzione – conclude Renzi – sarà convocata dal presidente Orfini per discutere di forma partito (direi per iniziare a discutere) credo il 20 ottobre”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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