Parte fra le polemiche la Leopolda 2014: fra i finanziatori nomi di peso dell’economia italiana

Pubblicato il 21 Ottobre 2014 alle 15:15 Autore: Riccardo Bravin

Partirà il 24 ottobre si concluderà il 26, la Leopolda, l’evento fiorentino organizzato dai sostenitori di Matteo Renzi per finanziare la fondazione Open, ente che si occupa di studi ed analisi in materie economiche e giuridiche; e si scatena un’altra occasione di scontro con la minoranza interna del PD.

La polemica nasce dal contrasto fra la situazione del PD, dove si lamenta la mancanza di fondi e la necessità di chiusura di alcune sedi e i lauti finanziamenti che invece la Leopolda voluta dall’ex sindaco di Firenze attrae. A gettare benzina sul fuoco ci pensa l’articolo apparso sabato scorso sulla Stampa, nel quale vengono elencati i principali nomi dei finanziatori che non hanno voluto l’anonimato della Leopolda.

renzi chi paga la leopolda

Al primo posto nella “classifica” dei donatori appare il nome di Davide Serra, l’uomo a cui alludeva Bersani alle primarie del 2012 quando accusava Matteo Renzi di avere amicizie con “quelli delle Cayman”, che ha donato 175mila euro.

Seguono sul podio l’industriale chimico Guido Ghisolfi e sua moglie Ivana Tanzi con 120mila euro e Alfredo Romeo, imprenditore di Isvafim che ha donato 60 mila euro. Altri importanti finanziamenti, intorno ai 20mila euro, arrivano per organizzare la Leopolda anche da società come la torinese Simon Fiduciaria (nel cui CDA figura Giorgio Gori) o da piccole realtà come la l’azienda immobiliare Blau Meer Srl. La Gf Group, azienda alimentare ligure ha dato alla causa invece 50mila euro.

Tuttavia, anche se con cifre minori, spiccano fra i finanziatori dell’evento numerosi nomi di rilievo dell’establishment italiano, come ad esempio Guido Roberto Vitale uomo di peso importante negli ambienti finanziari milanesi, o come Carlo Micheli, Paolo Fresco, Marie Edmèe Jaquelin, Renato Giallombardo, Antonio Campo dall’Orto o Jacopo Mazzei, che a Firenze ha rivestito diversi ruoli.

Tra i finanziatori non manca il vero nome del renzismo, ovvero Fabrizio Landi, considerato fra i pionieri del business biomedico in Italia e che vanta rapporti molto rilevanti con le alte sfera dell’establishment istituzionale italiano.

Landi potrebbe essere l’uomo che ha dato una marcia in più alla scalata di Renzi e nell’articolo della Stampa si sottolinea come l’idea degli 80euro del Premier sia probabilmente il frutto di alcuni seminari tenuti da Landi in passato con nomi importanti dell’economia (come Alessandro Profumo).

In tutto la cifra dichiarata dei fondi raccolti è di 1 milione 905 mila euro e molti risultano i finanziamenti rimasti nell’anonimato.

L’organizzazione della kermesse è nelle mani di Luca Lotti, Marco Carrai e di Maria Elena Boschi che ha personalmente dato alla causa 8.800 euro superando così i 6.600 euro donati dal sindaco di Firenze, Dario Nardella.