Legge di stabilità, sindacati pensionati “Ok modifica ma non basta”

Pubblicato il 22 Ottobre 2014 alle 13:15 Autore: Giuseppe Spadaro
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La legge di stabilità continua a far discutere forze politiche e forze sociali. Tra i punti più dibattuti nelle ultime ore la proposta di far slittare il pagamento delle pensioni al 10 di ogni mese.

I sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp “giudicano positivamente la modifica apportata dal Governo sull’assurda norma della legge di stabilità riguardante lo slittamento del pagamento della pensione al 10 del mese”. Lo si legge in una nota congiunta. “È evidentemente – scrivono – il frutto della nostra protesta di fronte all’ennesima ingiustizia perpetrata ai danni dei pensionati italiani. Questo però non ci basta e ci batteremo affinchè la norma sia ritirata per tutti, anche per quegli 800.000 che hanno la doppia pensione Inps-Inpdap. I pensionati hanno sopportato davvero troppo in questi anni. È ora di lasciarli in pace”.

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FORNERO “PENSIONI IL 10 CREA SOLO SCOMPIGLIO” – “Se si pensa di posticipare la data con l’obiettivo di realizzare un risparmio, direi che ci troviamo davanti ad un’operazione di piccolo cabotaggio”. È quanto afferma a Repubblica l’ex ministro Elsa Fornero, secondo cui “se la cifra è questa”, 6 milioni di euro, “si poteva evitare lo scompiglio che l’operazione porterà nella vita dei pensionati. C’erano alternative migliori”. Per esempio, spiega Fornero, “tornare al contributo di solidarietà sulle pensioni alte, misura che la Corte Costituzionale bocciò e che invece secondo me era giusta. Un provvedimento del genere avrebbe garantito risultati decisamente migliori e avrebbe risposto a criteri di equità. Il posticipo di dieci giorni è un mezzuccio”. Se invece la norma è giustificata, come recita il testo, dalla “necessità di razionalizzare e uniformare le procedure», «se così fosse – osserva l’ex ministro – l’operazione andava spiegata meglio. Non era nemmeno necessario inserirla nella Legge di stabilità, perchè se il motivo è amministrativo o informatico non c’è urgenza. Lo scompiglio, ripeto, si poteva evitare”.

CANTONE “SI COLPISCONO PENSIONATI,I PIÙ FRAGILI” – “Siamo arrabbiati perché si colpiscono persone fragili ed esposte, che della loro pensione hanno bisogno. Ci sono sei milioni di pensionati che vivono con meno di mille euro al mese. Molti di loro fanno fatica ad arrivare alla quarta settimana. Altri aiutano i figli e le loro famiglie rimasti senza lavoro. Tutti hanno bisogno come il pane di avere la loro pensione all’inizio del mese, non dieci giorni dopo”. È quanto afferma alla Stampa, Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil, spiegando che i pensionati «devono pagare le bollette, l’affitto, comperare le medicine, il mutuo se c’è, e poi devono vivere. È un’ingiustizia, anzi, una cattiveria vergognosa contro gli anziani. Ditemi perchè la pensione deve arrivare dieci giorni dopo. Devono guadagnare, sempre a spese dei soliti noti?». «Renzi – ricorda Cantone – ci aveva promesso gli 80 euro, e non ce li ha più dati. Fanno tagli lineari a Comuni e Regioni, che forse dovranno intervenire su sanità e assistenza, o aumentare addizionali e tasse, o non potranno forse più eliminare i ticket, che invece vanno tolti. E ora, invece di dare una mano alle persone più anziane, queste decisioni»

CIRINO POMICINO “UN CONTRIBUTO DAI PIÙ RICCHI” – “Verso il governo Renzi ho un pregiudizio positivo perché ci sono tanti democristiani. Ma dice il vecchio insegnamento cattolico che senza soldi le Messe non si sono mai cantate”. È quanto afferma al Corriere della Sera, Paolo Cirino Pomicino, aggiungendo che “gli 80 euro servono a poco, qua ci vuole una cosa tranchant. Dobbiamo – propone – chiamare in causa gli italiani che stanno meglio, quel 10% che ha il 45% della ricchezza. E chiedere loro un contributo volontario a fondo perduto per abbattere il debito pubblico. La somma potrebbe essere compresa fra 30 mila e 5 milioni di euro, a seconda del reddito personale o del fatturato dell’azienda”. “L’oro – spiega Pomicino – lo prenderemmo ai più ricchi, quelli che negli ultimi 20 anni non hanno mai pagato«. »Certo – aggiunge -, la volontarietà va sempre incentivata. Chi dà il contributo avrebbe la garanzia di non subire accertamenti fiscali per 4 anni”.

LUPI “ALLE INFRASTRUTTURE ALTRI 6,4 MILIARDI” – “Non è solo una manovra fondamentale di alleggerimento delle tasse per imprese e famiglie. È anche una manovra per lo sviluppo e la crescita. Ci sono nella legge di stabilità anche 6,4 miliardi di competenza che andranno a ulteriore sostegno della politica di sviluppo e di rilancio delle infrastrutture, in aggiunta ai 3.896 milioni che già avevamo inserito nello sblocca-Italia: in tutto avremo 10 miliardi e mezzo da spendere nei prossimi anni, che rendono ancora più positiva la valutazione di questa manovra”. È quanto afferma al Sole 24 Ore, il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi che da un giudizio sulla manovra «molto positivo perché questa legge di stabilità concentra ingenti risorse sull’obiettivo fondamentale di ridurre le tasse: dall’abbattimento dell’Irap per le imprese alla decontribuzione per chi assume alla conferma del bonus Irpef da 80 euro alla novità importantissima del sostegno alle famiglie attraverso il nuovo bonus di 80 euro netti mensili per i figli nati dal 1 gennaio 2015». «Una parte consistente dei finanziamenti – spiega Lupi – andrà alle quattro opere che consideriamo assolutamente prioritarie: un miliardo e mezzo andrà alla ferrovia ad alta velocità Brescia-Verona, un altro miliardo e mezzo alla Verona-Padova, 400 milioni al terzo valico Milano-Genova e 570 milioni al tunnel del Brennero”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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