Brasile: domenica il ballottaggio, Rousseff contro Neves

Pubblicato il 23 Ottobre 2014 alle 13:29 Autore: Antonio Scafati

Mancano solo una manciata di giorni: domenica in Brasile gli elettori torneranno alle urne per il secondo turno delle presidenziali. Al ballottaggio ci sono arrivati una donna e un uomo. Da una parte c’è Dilma Rousseff, del Partito dei Lavoratori, presidente in carica a caccia del secondo mandato. Lo sfidante si chiama Aécio Neves, centrista, candidato del Partito della Social Democrazia Brasiliana.

Nel corso delle settimane il consenso intorno a Aécio Neves è cresciuto rapidamente: secondo gli istituti di ricerca, però, durante gli ultimi giorni questa crescita ha prima rallentato per poi arrestarsi del tutto ed è improbabile che da qui a domenica Neves convincerà altra gente a votare per lui. Rousseff sta invece accelerando proprio in dirittura d’arrivo: ha fatto breccia soprattutto tra i giovani e tra le persone con un medio livello di scolarizzazione.

Sarà un testa a testa, come del resto i sondaggi segnalano ormai da settimane, ma i favori del pronostico sono per l’attuale presidente: 46 per cento contro 43, secondo l’istituto Datafolha.

C’è tanto per tenere in bilico la partita, però, a cominciare dalla concreta possibilità che in molti disertino le urne tenendo bassa l’affluenza e condizionando così l’esito finale. E poi ci sono moltissimi indecisi: si tratta soprattutto di elettori di sesso femminile, con livelli di istruzione mediamente bassi. Probabile che alla fine possano decidere di sostenere ancora una volta Rousseff.

Rousseff

Dilma Rousseff

Photo by Ana PeruginiCC BY 2.0

I due candidati non si sono risparmiati nel corso della campagna elettorale, ricorrendo anche alle accuse personali. Rousseff ha adottato una tattica molto aggressiva. Aveva funzionato contro Marina Silva (terza classificata al primo turno) e sembra aver dato buoni frutti pure nei confronti dell’avversario di domenica prossima. Anche Aécio Neves non ha risparmiato veleni, ma la sua strategia sembra essere stata meno efficace.

L’agenzia Reuters ha sottolineato che questo reciproco scambio di accuse ha contribuito a distogliere almeno in parte l’attenzione da uno dei temi centrali della campagna elettorale: l’economia, con la frenata del Pil brasiliano. I grandi investitori tifano per Aécio Neves, convinti che al Brasile servano nuove ricette economiche a cominciare da una minore ingerenza statale.

I brasiliani voteranno pensando all’economia ma anche alla criminalità e alla carenza strutturale nei servizi pubblici. I giovani voteranno per una società che è diversa da quella che hanno conosciuto i loro genitori. Molte persone in Brasile sono uscite dalla povertà, in tanti hanno potuto studiare. C’è una fetta di popolazione frustrata per ciò che vede intorno a sé: parte di quel paese ha manifestato l’anno scorso, durante la Confederations Cup. Marina Silva ha rappresentato per alcuni di quegli elettori l’alternativa a un Brasile corrotto e ingiusto. E Marina Silva ha scelto di appoggiare Aécio Neves.

A inizio settimana, il direttore dell’istituto Datafolha ha dichiarato: “Questa elezione è del tutto imprevedibile”. È un ritornello che ha accompagnato la tornata elettorale, assieme a quello che recita come da decenni non si vedesse nel paese un voto tanto incerto. Domenica il Brasile sceglierà da che parte andare.

Immagine in evidenza: photo by L.C. NøttaasenCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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