Forlani su Renzi: “Mi sembra un nipotino di Fanfani”

Pubblicato il 25 Ottobre 2014 alle 16:38 Autore: Emanuele Vena
arnaldo forlani

“Un giudizio su Matteo Renzi? Non lo conosco personalmente, ma sembra per certi aspetti un nipotino di Fanfani“. Parole e musica di Arnaldo Forlani, grande vecchio della DC, intervistato da Milena Gabanelli per la trasmissione televisiva Report.

Forlani aggiunge: “Mi pare che, rispetto al Partito Democratico e alla sinistra italiana, Renzi si presenti come un elemento di stimolo e rinnovamento”. E poi precisa che “il fatto di essere un innovatore non è di per sé già un giudizio positivo”, facendo riferimento al passato: “ci sono fatti innovativi nella vicenda politica italiana ed europea, che di per sé nel passato non hanno portato ad una crescita, un’evoluzione. Il fascismo è stato un grande fatto innovativo per l’Italia, così come lo è stato il nazional-socialismo alla Germania. E non perché fossero fatti innovativi sono diventati elemento di civiltà, di progresso e di innovazione reale“.

renzi

FORLANI E IL SISTEMA DELLE TANGENTI

L’intervista della Gabanelli non tratta però solo dell’attuale premier. L’attualità degli scandali Expo e Mose non può che incentrare il discorso sul sistema delle tangenti, nel quale lo stesso Forlani rimase coinvolto – con la condanna per finanziamento illecito nella vicenda Enimont – nella Mani Pulite dei primi anni ’90.

L’ex leader della DC spiega la sua visione delle cose, considerando le due vicende completamente diverse. Per Forlani in Mani Pulite le tangenti non le intascava direttamente il politico, a differenza degli scandali attuali in cui “sono in evidenza gli aspetti personali ed affaristici”. L’ex doroteo respinge la visione di chi considera la corruzione attuale come un’eredità del malaffare della Prima Repubblica: “no, oggi è tutt’altra storia”.

RAPIMENTO MORO

Forlani parla anche del rapimento di Aldo Moro, respingendo fermamente la tesi del complotto per impedirne la liberazione, pur non negando l’ipotesi che la vicenda sia stata gestita politicamente in maniera non irreprensibile: “Può darsi che non lo abbiamo fatto bene, ma certamente non c’è un elemento che possa far giudicare doloso un impegno mirato alla non liberazione di Moro”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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