Legge di Stabilità, Renzi: “Non tratto coi sindacati”

Pubblicato il 28 Ottobre 2014 alle 11:47 Autore: Ilaria Porrone

Matteo Renzi sulla legge di stabilità e sull’ipotesi di scissione nel Pd a proposito della quale afferma: “non credo nella scissione, sarebbe il colmo”.

Ospite di ‘Otto e Mezzo’, dove è tornata Lilli Gruber, Matteo Renzi è duro con i sindacati. Il premier dichiara: “Trattare cosa? La cosa surreale è che Camusso dica che si deve trattare. È giustissimo che il sindacato tratti ma tratta con gli imprenditori per salvare posti di lavoro. Il sindacato non fa trattative con il governo, non chiede il permesso, le leggi non si scrivono con i sindacati ma in Parlamento“.

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Questa la risposta di Renzi al segretario generale della Cgil, che aveva definito “surreale” l’incontro con il Governo per discutere della legge di stabilità (alla conferenza stampa la Camusso ha dichiarato: “Il problema è che non avevano mandato a discutere. Questa è la sintesi del rispetto che si ha per le parti sociali”).

“Siamo disponibili ad ascoltare, ho detto che questa è la nostra manovra, se avete considerazioni da fare vi ascoltiamo se vi viene più comodo mandateci una mail, ma è ora di finirla di pensare che si alza uno e blocca gli altri” continua il premier – che fa anche una battuta: “se i sindacalisti vogliono trattare si facciano eleggere, ce ne sono già, si troverebbero a loro agio”.

A Renzi viene posta la domanda se sia d’accordo con l’idea del finanziere Davide Serra di limitare il diritto di sciopero nella pubblica amministrazione. Il premier chiarisce: “Non sono d’accordo, non credo che il diritto di sciopero sia da limitare e Silvia Fregolent ha già risposto dal palco. Ma è legittimo che ci siano luoghi in cui si discute mentre non va la rappresentazione della Leopolda dove basta mezza affermazione di Serra per aprire polemiche”.

Sulla legge di stabilità, il presidente del Consiglio chiarisce: “noi siamo convinti che avremo il segno più dopo anni di segno meno. Certo dipende da quanto riparte l’economia internazionale ma io credo che sarà dello 0,6. Il punto non è quanti decimali ma se tornerà a crescere l’occupazione e se torna la fiducia». Sul Jobs Act, invece, dopo la previsione del ministro Padoan di 800 mila nuovi posti di lavoro, il premier precisa di non essersi mai “sbilanciato sui numeri perché lo considero un azzardo”.

Nel corso della trasmissione Renzi risponde a proposito della manifestazione di sabato a Roma organizzata dalla Cgil, a cui hanno partecipato diversi esponenti della sinistra del Partito Democratico. Secondo il premier in piazza c’era: “una parte che immagina un raggruppamento molto più di sinistra radicale. Landini ha idee diverse dalle mie ma proprio per questo mi piace dialogare con lui».

Sul Partito democratico: “oltre che del potere di veto, mi interessa anche parlare del potere di voto. Qualcuno dice che il Pd sia in crisi ma alle ultime elezioni ha preso il 40%, (domenica) ha vinto le elezioni a Reggio dove i dem non vincevano da anni, a me sembra un partito vivo. Le critiche a me vanno benissimo, io sono allergico alle critiche ingenerose che fanno all’Italia”. Non crede alla scissione all’interno del partito: “sarebbe il colmo”, dichiara.
Sulla possibilità di elezioni anticipate, Renzi ha anche dichiarato di escluderle: “in questo momento l’Italia non ha bisogno di un presidente del Consiglio che prende voti ma di un governo che cambi l’Italia. Se qualcuno in Parlamento si metterà contro, faremo un po’ più fatica”

Il premier interviene sulla carenza di 2,1 miliardi per Mps e di 814 per Carige emersa dagli stress test. “Sono vicende in cui bisogna essere rispettosi dell’autonomia di Bankitalia. Noi siamo pronti a fare di tutto per far si che il sistema economico funzioni ma sono convinto che Mps e Carige troveranno le risposte da dare.”
Poi, sull’Europa afferma: «quando vado a Bruxelles talvolta avrei voglia di litigare ogni 3×2 perché c’è un atteggiamento pregiudiziale verso l’Italia più tra i funzionari che tra i primi ministri. Ma in Ue è anche vero che sono abituati a tante promesse che poi non vengono rispettate. La credibilità si vede ora nei fatti: le riforme prima erano idee ora sono atti parlamentari approvati in prima lettura. Io difendo la dignità dell’Italia ma lo faccio meglio se riesco a portare a casa riforme”.

Lilli Gruber affronta anche il tema del Patto del Nazareno. Sul patto Renzi dichiara che :il Patto del Nazareno è da 7 mesi in Parlamento. Il documento del patto è un atto parlamentare già approvato dalla Camera” – e aggiunge: “spero che sulla legge elettorale anche la parte più seria dei grillini” sia aperta al confronto perché “le regole si scrivono anche con l’opposizione”. Renzi continua: “io penso ad modello più vicino a quello di due partiti: il centrosinistra e il centrodestra, chiamiamolo all’americana. Un modello in cui ci sono due grandi partiti evitando la degenerazione vista dei partiti. Con due partiti si può scegliere, magari una volta scegli Gruber e una volta Renzi, l’elettore può cambiare”.

Sul M5s conclude che il governo cercherà di “aprire nei loro confronti anche sull’elezione della corte costituzionale. Io spero che nelle prossime ore possa esserci un incontro con i capigruppo del Pd che sono disponibili ad aprire un ragionamento con i cinque stelle”.

 

Ilaria Porrone

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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