Dylan Dog, lotta per la sopravvivenza

Pubblicato il 29 Ottobre 2014 alle 12:08 Autore: Emanuele Vena
dylan dog

Esce oggi – ma in diverse città è disponibile già da ieri – il numero 338 di Dylan Dog, fumetto di punta della Sergio Bonelli Editore. Mai più, ispettore Bloch è l’eloquente titolo del numero che inaugura a tutti gli effetti l’inizio della ‘Fase 2’ della nuova vita dell’Indagatore dell’incubo, dopo lo spartiacque rappresentato dal “fantascientifico” Spazio Profondo del mese scorso.

Il drastico calo delle vendite negli ultimi anni – fenomeno ormai sempre più diffuso sia nel fumetto che nell’editoria in genere – ha spinto la Bonelli ad un deciso cambio di rotta, per provare il rilancio di un fumetto che, insieme al celeberrimo Tex, ha rappresentato l’apice della storia della casa editrice milanese. La scelta operata nel maggio 2013 – con l’avvicendamento alla guida di Dylan Dog tra Giovanni Gualdoni e l’attuale curatore Roberto Recchioni – assume un’importanza fondamentale. Del resto lo stesso Recchioni – ideatore anche di Orfani, la prima serie a colori targata Bonelli – all’indomani dell’ufficializzazione del nuovo incarico, non ha avuto remore nel sottolineare la delicatezza del compito che lo attendeva: rilanciare il personaggio per evitarne la morte definitiva.

LA NUOVA VITA DI DYLAN DOG

La prima fase – durata un anno, dal settembre 2013 all’agosto scorso – si può sintetizzare come il periodo del “cambiamento minimalista”, che ha interessato solo una parte dell’universo dylaniano, a partire da un nuovo stile per le copertine dell’impeccabile Angelo Stano sino alla sostituzione del “voi” con il “lei” nei dialoghi tra i personaggi. D’altronde – come spiegato a più riprese dallo stesso Recchioni – sarebbe stato impossibile stravolgere storie già in fase di stesura avanzata. Perciò si è optato per delle correzioni “soft”, posticipando i cambiamenti più radicali alla seconda fase.

dylan dog 338

La copertina dell’ultimo numero di Dylan Dog (immagine tratta dalla pagina Facebook ufficiale)

La ‘Fase 2’ – iniziata con Spazio Profondo lo scorso 27 settembre, cioè esattamente 28 anni e un giorno dopo l’esordio dell’Indagatore dell’incubo nelle edicole, con il celeberrimo L’alba dei morti viventi – segnerà un deciso spartiacque con il passato. Se il primo numero della nuova era ha rappresentato una transizione per certi versi anche decontestualizzata, con le sue atmosfere da Odissea nello Spazio, già con il numero in uscita oggi cambieranno diverse cose nella vita quotidiana di Dylan Dog. L’uscita di fine ottobre segna infatti una svolta storica per uno dei personaggi più legati all’immaginario dylaniano, quell’Ispettore Bloch che, compagno fedele di avventure dell’Indagatore dell’incubo, raggiungerà finalmente la tanto sospirata pensione, sconvolgendo gli equilibri a lungo immutati di Scotland Yard.

L’ATTESA DEI FAN

Il pensionamento di Bloch darà il via ad un nuovo ciclo narrativo, che vedrà l’esordio di un nuovo ispettore – Carpenter, molto più scettico di Bloch nei confronti di Dylan – e di un nuovo pericoloso antagonista dell’Indagatore: John Ghost. Il tutto in una strategia che, secondo quanto affermato da Recchioni, dovrebbe svilupparsi in diversi cicli narrativi della durata di un anno ciascuno, mantenendo la struttura delle storie autoconclusive ma legandole tra loro con un sottile filo conduttore.

L’attesa dei fan è alle stelle, come testimoniato anche dal successo di Spazio Profondo, andato esaurito in diverse zone d’Italia appena due settimane dopo la sua uscita. Ed è di queste settimane anche l’uscita di Dylan Dog vittima degli eventi, fan movie – che annovera attori del calibro di Alessandro Haber e Milena Vukotic – che ha potuto vedere la luce grazie ad un efficace progetto di crowdfunding sul web.

Ma quali sono le sensazioni dei lettori? Se da un lato si potrà tirare un sospiro di sollievo nel sapere che il ruolo di Groucho – fedele quanto imprescindibile spalla dell’inquilino di Craven Road – non subirà alcun ridimensionamento, dall’altro un pizzico di paura c’è. Anche perché la nuova fase sembra confermare il “disimpegno permanente” di Tiziano Sclavi, il geniale creatore del personaggio, che ha fatto perdere le sue tracce sulle pagine di Dylan da ormai otto anni. L’idea che sull’operato di Recchioni vi sia la benedizione di Sclavi è sicuramente un punto a favore dell’attuale curatore, tuttavia resta evidente la delicatezza del compito affidato al creatore di John Doe. A Dylan Dog ora tocca la sfida più importante, quella per la sua sopravvivenza nelle edicole e nell’immaginario pubblico. Per sconfiggere – prendendo spunto dall’albo da cui cominciò tutto – l’incubo più grande di tutti: il tramonto dei vivi morenti.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
Tutti gli articoli di Emanuele Vena →