Mogherini si dimette. Toto nomi per Ministero degli Esteri

Pubblicato il 30 Ottobre 2014 alle 16:41 Autore: Felice Tommasino
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Federica Mogherini ha oggi lasciato ufficialmente la poltrona di Ministro degli Esteri. La attende il titolo di Lady Pesc, sarà lei infatti a ricoprire il ruolo di Alto Rappresentante Per la Politica Estera e la Sicurezza Ue. Dopo un colloquio al Colle durato un’ora, Matteo Renzi non ha ancora sciolto le riserve sul nome di chi prenderà il posto lasciato vacante dalla Mogherini. In una nota, il Quirinale ha fatto sapere che quello di stamattina è stato solo un “primo scambio di idee” tra il premier ed il Capo dello Stato. La decisione definitiva è attesa nelle prossime ventiquattro ore.

Mentre il posto di deputato che prima occupava la Mogherini è stato già preso da Marco Bergonzi, primo non eletto della lista del Pd dell’Emilia Romagna, assai più difficile è la designazione del suo erede alla Farnesina. I nomi che circolano sono tanti.

Mogherini

Secondo indiscrezioni, il profilo da ricercare sarebbe quello di una donna che abbia esperienza istituzionale. Rientrerebbe in questi canoni il nome del vicepresidente della Camera Marina Sereni. Ma non sembra il solo. Circola infatti anche il nome di Lia Quartapelle, giovane deputata democratica, fedelissima di Renzi e con un passato da ricercatrice.

Ci sarebbe poi la soluzione di natura “tecnica”. Spunta il nome di Elisabetta Belloni. In questo caso, sarebbe lo stesso Matteo Renzi ad occuparsi delle questioni di maggior peso della Farnesina, lasciando alla Belloni quelle di ordinaria amministrazione. Qualora Renzi decidesse di rompere la parità dei sessi tra i ministeri, rientrerebbe in corsa Lapo Pistelli. Il sottosegretario, nonostante i rumors, sarebbe in buoni rapporti con il premier e potrebbe dunque ambire alla poltrona lasciata libera dalla Mogherini.

Dovesse essere un uomo, non sarebbe da escludere nemmeno il nome di Enzo Amendola, deputato della sinistra democratica. Ha ricoperto in passato il ruolo di capogruppo in commissione esteri e quello di responsabile esteri del Pd. È un nome che proviene dall’opposizione interna a Renzi, ma potrebbe essere l’occasione, per il premier, di ricucire lo strappo post Leopolda.

La scelta è tutt’altro che facile. Le questioni di politica estera di cui il futuro ministro degli Esteri dovrà occuparsi non sono di facile risoluzione. I problemi sembrano aumentare con il passare delle ore. La questione più spinosa è senza dubbio quella che riguarda la Russia di Putin: l’Ue sembra stretta in una morsa. Da una parte l’intento da parte di Mosca di stravolgere i confini dell’Europa Orientale, dall’altra il ricatto energetico russo. C’è poi da fare i conti con le conseguenze di quella che è stata la “Primavera araba”. I governi disintegrati e gli innumerevoli focolai di guerra hanno incrementato i flussi migratori verso l’Europa. Altra questione, il successo, anche propagandistico, del Califfato islamico e il conseguente intervento militare di Stati Uniti e alleati. E poi i sempre più difficili rapporti con la Turchia. Tutto questo pone la questione Mediterraneo al centro della politica estera italiana. L’Italia dovrà poi recitare un ruolo chiave anche nei rapporti interni dell’Ue. Vanno riconsiderati centrali i temi che riguardano l’integrazione europea e gli equilibri politici tra i paesi membri stessi. L’Occidente ha smesso ormai di dettare legge nel sistema internazionale. Nuove potenze come Cina, Brasile, India e Sud Africa crescono non solo economicamente ma anche dal punto di vista politico. Andranno dunque attentamente curati anche i rapporti con questi ultimi per non rimanere esclusi dal novero dei paesi che realmente contano.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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