Messico, il massacro di Iguala de la Independencia: ecco la verità

Pubblicato il 12 Novembre 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito
iguala messico

Uccisi dai narcotrafficanti. Il Procuratore Generale della Repubblica, Jesús Murillo Karam, ha comunicato che i 43 studenti messicani scomparsi da quasi due mesi, esattamente lo scorso 26 settembre, a Iguala de la Independencia sono stati assassinati da alcuni membri del cartello della droga Guerreros Unidos e, in seguito, i loro corpi sono stati dati alle fiamme.

L’inchiesta

La rivelazione di Murillo Karam fa seguito all’arresto di tre uomini, i quali hanno ammesso di essere stati loro gli esecutori della strage di Iguala de la Independencia. Stando a quanto hanno confessato, essi avrebbero preso in consegna gli studenti dopo che questi erano stati fermati dalle forze di polizia locale di Iguala de la Independencia.

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Photo by olivier.brissonCC BY 2.0

Bruciati vivi

Da Iguala de la Independencia sarebbero stati portati, quindi, nella cittadina di Cocula (Stato di Jalisco), dove sarebbero stati uccisi e poi gettati nella parte bassa della discarica locale. Infine, sarebbero stati bruciati e, alcuni di loro, erano ancora vivi quando è stato acceso il fuoco. Le loro ceneri e loro ossa sono state gettate nel fiume San Juan.

Sarà difficile identificare gli studenti

Il Procuratore Generale della Repubblica ha ammesso che, date le condizioni, sarà abbastanza difficile riuscire a identificare i resti degli studenti scomparsi a Iguala. Inoltre, egli ha commentato di essere “conscio dell’enorme dolore che può arrecare questa notizia”, e le conseguenze sono state immediate. Infatti, oltre un migliaio di studenti messicani con il volto coperto hanno fatto irruzione nella sede del governo dello Stato di Guerrero, armati di pietre e bastoni. Nel frattempo, proseguono le proteste nel Paese: infatti, numerosi sono i sostegni da parte di studenti messicani ai familiari delle vittime, i quali non intendono credere alla versione rilasciata dal governo ed esigono prove.

Messico vicino al caos

L’attuale situazione in Messico rischia presto di collassare. Intanto, però, i media locali stanno concentrandosi sulla first lady messicana, Angélica Rivera Hurtado, sospettata di aver acquistato una casa spendendo ben 7 milioni di dollari, facendo ricorso ai fondi pubblici. Basterà questo eventuale scandalo per offuscare il dolore e la rabbia di un’intera nazione?

Immagine in evidenza: photo by Scazon CC BY 2.0