Prodi dietro al presunto asse Fitto-D’Alema?

Pubblicato il 26 Novembre 2014 alle 11:46 Autore: Emanuele Vena
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Un accordo tra Romano Prodi e Massimo D’Alema. Sembra fantapolitica, alla luce di quello che, dai più, è sempre stato considerato come un rapporto ad alta tensione, dalla caduta del governo del ’98 sino ai 101 che un anno e mezzo fa stopparono l’ascesa del Professore al Quirinale. Tuttavia, secondo Il Giornale sarebbe proprio il fondatore dell’Ulivo il deus ex machina del presunto asse tra l’ex leader dei DS e Raffaele Fittosvelato da Il Foglio – che mirerebbe a far deragliare il Patto del Nazareno tra il premier Matteo Renzi ed il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Prodi e il Quirinale, storia mai finita?

Secondo il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, la “fronda dei 29” sul Jobs Act rappresenterebbe un avvertimento al premier in vista delle prossime importanti scadenze: Italicum e Quirinale su tutte.

I 29 rappresenterebbero “l’avanguardia di un pezzo più ampio del corpaccione democrat che si prepara a combattere per impedire a Renzi di varare la legge elettorale maggioritaria prima delle dimissioni di Giorgio Napolitano”.

Secondo gli insofferenti dei due schieramenti – facenti capo appunto a Fitto e D’Alema – il varo dell’Italicum sarebbe il preludio ad elezioni anticipate, vero obiettivo di Renzi. Ciò – in previsione di un largo successo elettorale dell’ex sindaco di Firenze – porterebbe ad un parlamento “largamente renziano”, a cui spetterebbe il compito di nominare il successore di Giorgio Napolitano.

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Rallentare l’Italicum

L’obiettivo della doppia fronda sarebbe quindi di rallentare l’Italicum, in modo da far saltare il Patto del Nazareno e allontanare le elezioni, permettendo a questo stesso Parlamento – in cui i renziani non sono certo maggioranza assoluta – di scegliere il successore del Capo dello Stato.

Ma perché proprio Romano Prodi? Secondo Il Giornale il Professore sarebbe il profilo ideale di “presidente in grado di «commissariare» il premier e di garantire agibilità politica all’ancien regime Pd”. E la sua dichiarazione preoccupata riguardo al forte astensionismo delle regionali di domenica sarebbe, sempre secondo il quotidiano, un avvertimento a Renzi.

I messaggi criptati

Secondo il quotidiano della famiglia Berlusconi, i messaggi criptati sarebbero diversi. Dal bersaniano Miguel Gotor che dichiara che “Serve un presidente forte, autorevole, autonomo e con uno standing internazionale, in grado di aiutare Renzi”, al senatore Massimo Mucchetti – vicino a Bazoli e Prodi – che avrebbe detto ai frondisti di FI di convincere l’ex Cav che “la pacificazione in Italia possono sancirla solo i condottieri dei due eserciti che si sono combattuti”. Su quali basi? “La grazia per Berlusconi, e il Quirinale per Prodi”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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