Secondo Galliani, è giunta l’ora della tecnologia in Serie A

Pubblicato il 2 Dicembre 2014 alle 17:32 Autore: Stefano Merlino
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Adriano Galliani, subito dopo il match vinto dal Milan contro l’Udinese, era stato piuttosto chiaro, annunciando al mondo intero l’inizio della battaglia per l’introduzione della tecnologia in campo. Il navigato dirigente brianzolo ha addirittura preso carta e penna e ha scritto al presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, elencando tutta una serie di ‘buoni motivi’ per cui sarebbe giunta l’ora di ammodernarsi.

CARO CARLO.. – La Serie A, per bocca di Galliani, vuole che si faccia qualcosa nei bollenti casi di ‘goal-non-goal’, ovvero quando il pallone oltrepassa la linea di porta, salvo poi ritornare ‘in campo’ grazie al salvataggio di un giocatore. Il Milan di questi casi, ne sa qualcosa visto che ancora non si sono spente, a distanza di qualche anno, le polemiche per quel goal non convalidato a Sulley Muntari contro la Juventus.

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“Credo che l’introduzione di questo strumento” scrive l’ad rossonero, “sia indispensabile per aiutare i nostri direttori di gara nella valutazione di episodi importanti”. Galliani infine, lancia un appello al boss della Figc: “Interveniamo, perché dobbiamo evitare che per un errore umano si vanifichino tutti quegli sforzi che stanno dietro all’organizzazione del nostro campionato”.

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INVITO ALLA RIFLESSIONE – La questione nasce da molto lontano, ovvero da quando le televisioni sono sbarcate negli stadi italiani. La nascita della temutissima moviola, se da un lato ha dato la possibilità ad una miriade di opinionisti di campare, improvvisando addirittura teorie del complotto, dall’altro ha pericolosamente impoverito l’autorità del direttore di gara. Sì perché i nostri fischietti, universalmente riconosciuti come i migliori, vengono settimanalmente accusati di ‘aver favorito’ una squadra piuttosto che un’altra.

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La nostra cultura calcistica, come hanno puntualmente fatto notare diversi operatori del pallone, è assai lontana da quei paesi (Inghilterra in primis, ndr) nei quali si sta ricorrendo, senza particolari noie, alla tecnologia in campo. Nella nostra Serie A, il cosiddetto ‘occhio di falco’ tanto invocato da diversi dirigenti italiani, indebolirebbe notevolmente i nostri fischietti, riducendoli ad essere forse ‘schiavi’ di uno strumento che comunque non ha margini d’errore.

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Ma, come ha precisato il boss degli arbitri, Marcello Nicchi, “ci sarebbero costi piuttosto alti, circa 250mila Euro per ogni stadio, e poi da quando abbiamo gli arbitri d’area, non sono stati commessi errori nella valutazione di un pallone entrato o no in rete”. Siamo proprio sicuri che i nostri presidenti tirerebbero fuori volentieri questa cifra? Non sarebbe meglio, prima di installare questi impianti, provvedere magari alla sicurezza negli impianti italiani con steward a spese dei club?

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
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