Meloni “Mi candido a sindaco se me lo chiedono cittadini di Roma”

Pubblicato il 10 Dicembre 2014 alle 09:47 Autore: Giuseppe Spadaro
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Continua a tenere testa l’inchiesta Mafia Capitale che ha sconvolto Roma e cosi si apre lo spazio alle considerazioni politiche sul mandato da sindaco di Gianni Alemanno.

Parla Giorgia Meloni, in predicato di poter aspirare alla carica di sindaco, che non si scaglia contro Alemanno: “Le eventuali responsabilità penali di Gianni Alemanno le accerterà la magistratura, quelle politiche, purtroppo, sono evidenti, in cinque anni non è riuscito a infrangere quel sistema di potere che si era consolidato sotto le amministrazioni precedenti. Ma guai a parlare solo di destra. Il marcio, lo schifo emerso da questa vicenda è trasversale”.

Intervistata da Republica, l’esponente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni parla dell’ipotesi della sua candidatura a sindaco. “Cominciamo a sciogliere il Consiglio comunale, il resto viene dopo. Saranno i miei concittadini a selezionare i candidati con le primarie”.

“Noi siamo stati gli unici a denunciare la speculazione sul business degli immigrati”, rivendica Meloni, secondo cui “va introdotta una disciplina che impedisca di assegnare servizi fino a 200mila euro alle coop senza alcuna gara, che vieti loro di finanziare partiti politici. Noi proporremo una commissione di inchiesta sulle degenerazioni del fenomeno coop in Italia. Punto secondo le fondazioni: non possono essere finanziate dal pubblico. E le municipalizzate, spesso strumento di clientela, vanno drasticamente ridotte”.

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Tornando a Roma, “ho già chiesto al nostro unico consigliere di avviare la raccolta di firme per le dimissioni di massa e lo scioglimento”, afferma Meloni. Quanto alle nuove elezioni, “per guidare Roma occorre ormai una buona dose di coraggio, di audacia ai limiti dell’irresponsabilità. Puoi pensare di accettare la sfida solo se te lo chiedono i romani”.

Rauti (moglie ex sindaco) “Con Gianni rivivo l’incubo di mio padre”

“Avevo nove anni quando ho assistito all’arresto di mio padre. Alla fine è stato assolto con formula piena e questo ha segnato me e la mia famiglia per sempre. Martedì quando i carabinieri sono entrati in casa alle 8 di mattina sono tornata a 42 anni fa. Lì ho iniziato a capire cosa è la condanna sociale e morale e anche le forme di sciacallaggio”. Così Isabella Rauti, moglie di Gianni Alemanno, in un colloquio con La Stampa. “Sono assolutamente convinta dell’estraneità di mio marito rispetto ai fatti a lui imputati, ma voglio denunciare che si è passato veramente il limite”, dice.

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“C’è una morbosità per distruggere e alimentare le ondate di fango. Se si fermasse questa macchina e ci si attenesse a quelli che sono i fatti, che spetta solo a chi indaga di dimostrare, faremmo un servizio non solo alla rispettabilità della mia famiglia, ma anche alla civiltà. Se si decide di seguire ogni intercettazione, anche se non ha trovato riscontro, dandole il rango di notizia, allora le garanzie di tutti vengono azzerate”.

“Gianni non ha mai conosciuto Carminati e nemmeno io. Vengo dal Fronte della gioventù, l’ala giovanile del Movimento sociale, non vengo da altri ambienti. Questo è il mio percorso che è anche quello di mio marito. Stiamo parlando di altri mondi” sottolinea Rauti. “Noi abbiamo fatto politica onestamente all’interno delle strutture organizzate all’interno dei partiti di appartenenza. Questo mescolamento è inaccettabile”.

Orfini (PD) “Verifiche su iscritti, userò la ruspa”

“Telefoniamo agli ottomila tesserati romani, uno per uno, per scoprire se sono iscritti veri o figli di pacchetti di voti utili per le primarie. Poi verifichiamo lo stato di salute degli oltre cento circoli. Affrontano i problemi del territorio? Discutono? E chi paga l’affitto? Se paga un parlamentare o un consigliere regionale c’è il rischio che sia un feudo privato. Avocheremo alla Federazione romana tutti i contratti d’affitto. Ci vorrà la ruspa in certi casi, ma mostreremo la capacità di autorigenerarsi”.

Così il presidente del Pd e commissario del Pd romano, Matteo Orfini, in un’ intervista al Corriere della Sera. Il lavoro da commissario durerà “a lungo”, e alla fine “eleggeremo nuovi organi dirigenti” spiega Orfini. “Nessun altro partito è intervenuto nella vicenda come noi. Il centrodestra non fa nulla, nonostante sia il principale protagonista di ‘Mafia capitale’. La Lega di Salvini a Roma è rappresentata da ex uomini chiave di Alemanno”. “Bisognava avere la forza per intervenire prima. Ora dobbiamo prestare attenzione a eventuali situazioni che non funzionano nel resto d’Italia” rileva Orfini.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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