Padoan “Quegli ostacoli alla crescita da rimuovere”

Pubblicato il 23 Aprile 2014 alle 12:05 Autore: Gabriele Maestri
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Presa di posizione del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan: “Il rapporto nominale deficit/Pil (il famoso tetto del 3%) non è in discussione: la disciplina fiscale perseguita dai governi italiani negli ultimi anni ha condotto a risultati sostanziali e nessuno può negare che i cittadini italiani abbiano sopportato un sacrificio enorme per tenere i conti in regola nonostante la recessione. L’effetto di questi sacrifici sui conti pubblici è l’avanzo primario più elevato nell’Unione, insieme a quello della Germania” ed è “grazie a questi risultati” che “oggi il Paese è finalmente capace di rimuovere quegli ostacoli alla crescita che ne hanno bloccato per lunghi anni le potenzialità”.

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Lo scrive Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, in una lettera pubblicata su Repubblica. Ostacoli, spiega, che erano “presenti prima ancora della grande crisi”, sono stati “aggravati dalla grande crisi” e oggi “rallentano la rapidità con cui usciamo dalla grande crisi”.

“Abbiamo collocato le riforme strutturali in un orizzonte pluriennale (quello appunto del Documento di Economia e Finanza) – ricorda Padoan – perché consapevoli che i benefici maggiori arriveranno nell’arco di un paio di anni. E abbiamo messo in campo misure di breve periodo – dal sostegno ai consumi al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni – tali da accelerare i fattori della ripresa e rendere più efficaci le misure adottate”. Un “cantiere” che “richiede il rinvio di un anno del pareggio strutturale di bilancio. È un onere che il sistema nel suo insieme può sostenere, mentre aiutiamo i ceti meno abbienti e le imprese ad uscire dalla crisi”.

 

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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