Reazioni torture Cia: la condanna generalizzata

Pubblicato il 12 Dicembre 2014 alle 11:04 Autore: Guglielmo Sano

Il rapporto dell’intelligence panel del Senato sugli “interrogatori rafforzati” della Cia sta cominciando a provocare delle reazioni sul fronte internazionale. I Repubblicani hanno criticato aspramente la pubblicazione del report nei giorni precedenti alla sua diffusione. Temevano da un lato la risposta di Al Qaeda e di altri gruppi jihadisti e, dall’altro, le critiche degli alleati.

In realtà il rapporto sulle torture della Cia è passato in sordina sia tra i nemici sia tra gli amici d’oltreoceano. Solo sui social network è stato possibile rilevare un’ondata di sdegno da parte del mondo musulmano ma non solo da parte di questo. Anche le opinioni pubbliche europee vogliono sapere non solo se i propri governi fossero a conoscenza, ma anche se partecipassero al programma della Cia.

Lo scorso anno, l’Open Society Justice Initiative, organizzazione per i diritti umani con sede a New York, in un documento di 216 pagine riportava che: “le operazioni di rapimento e detenzione segrete oltre che illegali, destinate a essere condotte fuori dal suolo statunitense da parte dei servizi d’intelligence, non sarebbero state possibili senza la collaborazione dei governi stranieri alleati”.

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Alleati Europei

Dalla Gran Bretagna, storico alleato Usa in Europa, il premier David Cameron non è stato tenero con Washington: “la tortura è sbagliata, è sempre sbagliata, quelli di noi che vogliono vedere l’estremismo sconfitto, sanno che non possiamo perdere la nostra autorità morale”. Da Parigi, il titolare degli Esteri Laurent Fabius ha semplicemente ricordato che “l’obiettivo della comunità internazionale è quello di muoversi nel quadro del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale”. Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmaier si è augurato che tali “chiare violazioni dei principi democratici non accadano mai più” segnalando, tuttavia, “la rottura del Presidente Obama con il suo predecessore”.

Dalla Polonia, l’ex Presidente Alexander Kwasniewski ha commentato: “la sensazione, avvertita anche a Mosca, è che gli Stati Uniti stiano diventando sempre più deboli”. Kwasniewski ha poi aggiunto: “questo rapporto è qualcosa che al Cremlino riceveranno come un regalo di Natale inaspettato”. Mercoledì, lo stesso ex Presidente Kwasniewski, ha ammesso di aver fornito alla Cia una struttura per l’interrogatorio delle fonti sul suolo polacco, precisando che “non sapevamo cosa avvenisse lì dentro”.

Russia, Cina, Iran

Dal ministero degli Esteri russo hanno dichiarato che, le informazioni contenute nel rapporto del Senato Usa, “sono solo una conferma delle sistematiche violazioni dei diritti umani operate dalle autorità americane”. Da Mosca auspicano che anche le autorità internazionali chiedano “un rapporto maggiormente dettagliato sulla guerra globale al terrore”. Anche Pechino condanna gli Usa “puri ipocriti quando si fanno promotori della difesa dei diritti umani”, perchè “sappiamo di violazioni di diritti umani a Guantanamo sin dal 2004“. Ancora più accesi i toni usati dall’Ayatollah Khamenei: “dicono di avere una nazione orgogliosa ma il loro popolo è tenuto allo scuro di molte cose”. La massima autorità iraniana ha poi ribadito il concetto su Twitter: “il governo Usa è la più grande tirannia presente al mondo, anche il suo popolo ne è vittima”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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