Consiglio Ue, via libera al Piano Juncker: vittoria a metà per l’Italia

Pubblicato il 19 Dicembre 2014 alle 11:12 Autore: Antonio Atte

Il Consiglio Europeo di Bruxelles – il primo a guida Tusk, l’ultimo sotto la presidenza italiana del semestre Ue – ha dato il via libera al piano di investimenti predisposto da Juncker per sostenere la crescita. Una soluzione al momento ancora nebbiosa e suscettibile di modifiche (se ne riparlerà da gennaio in poi) che segna per l’Italia e per gli altri Paesi in difficoltà una vittoria monca.

Consiglio Ue: i dettagli del Piano Juncker

Per la Commissione Europea si è trattato della prima, vera operazione di spesa anti-crisi. Il piano Juncker istituisce un fondo per gli investimenti strategici (Efsi) con l’obiettivo di mobilitare 315 miliardi di euro nel biennio 2015-2017. “La Commissione presenterà una proposta a gennaio 2015, che il Consiglio è chiamato ad approvare entro giugno, in modo che i nuovi investimenti del piano Juncker possano essere attivati al più presto a metà 2015”. Il fondo parte da una base di 20 miliardi: al resto dovranno provvedere i Paesi europei, i cui “contributi – sottolinea il Presidente della Commissione, Juncker – saranno neutri rispetto al Patto di Stabilità”. In sintesi: se a causa dei contributi al piano di investimenti un Paese violerà i parametri del Patto di Stabilità, questi non saranno presi in considerazione. Soluzione in linea con quanto auspicato da Renzi, che avrebbe però voluto – e continuerà a chiedere – lo scorporo dal Patto di Stabilità di tutti gli investimenti pubblici (per infrastrutture, progetti di ricerca, trasporti, ecc.), non solo di quelli destinati a confluire nel Piano Juncker: si tratta della cosiddetta “golden rule”, alla quale la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha opposto un’energica resistenza, ottenendo una modifica al testo che di fatto neutralizza tale norma. Ma l’eterna battaglia tra ortodossia rigorista e flessibilità è solo rimandata di qualche mese.

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Juncker: “Ho fiducia in Renzi”

“Quello che abbiamo fatto per Francia e Italia, dando più tempo visto le difficoltà a sistemare le cose nelle scadenze previste, è un segno di fiducia e quando un governo mi scrive che farà delle riforme strutturali io gli credo. Quindi sì, ho fiducia nel governo Renzi”, ha affermato il Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, in un’intervista a SkyTg24. “Si sono fatti passi avanti sul fronte del risanamento. Tuttavia – prosegue Juncker – resta un debito pubblico troppo elevato che in alcuni Stati membri rappresenta un ostacolo agli investimenti”.

Draghi: “Bce accoglie con soddisfazione il piano”

Il Presidente della Bce, Mario Draghi, ha espresso soddisfazione per il piano Juncker, provvedimento che “accresce la fiducia nell’eurozona”. L’efficacia del piano Juncker, spiega Draghi, è legata a tre fattori: rapidità nell’attuazione, investimenti con elevato ritorno e opportunità per sostenere le riforme strutturali.

Consiglie Ue, Padoan: “C’è stato un passo avanti”

Soddisfatto anche il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “Mi pare che il passo avanti ci sia stato: il piano va nella nostra direzione, quella di considerare gli investimenti fuori dal patto di Stabilità. Però finché non vediamo la conclusione dei lavori non sono in grado di dire” se si possa effettivamente parlare di svolta.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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