Partite Iva, gli 800 milioni accontentano pochi

Pubblicato il 24 Dicembre 2014 alle 13:24 Autore: Felice Tommasino

Partite Iva, tasse triplicate  e non solo. 800 milioni di euro messi sul piatto dal Governo Renzi ma alla fine sembra che a guadagnarci saranno in pochi. Tra questi di certo sembrano non esserci i lavoratori autonomi. In sintesi: non tutte le Partite Iva non sono uguali. O almeno non lo sono secondo i provvedimenti varati dall’attuale esecutivo.

I conti sembrano non tornare per quanto riguarda i giovani professionisti e il premier Matteo Renzi ha già annunciato che ci saranno manovre correttive. Per i giovani professionisti in arrivo innalzamento dei contributi e modifica regime dei minimi. Ciò nonostante l’esecutivo si tiene ben lontano dall’ipotesi di una possibile stangata alle partite Iva.

Gestione separata, aumento contributi Inps

La legge di Stabilità non ha intaccato l’aumento dei contributi Inps previsto dalla norma targata Monti-Fornero e che riguarda gli iscritti alla gestione separata. Entro il 2018, il tetto dell’aliquota passerà dall’attuale 27% al 33%. Già da prossimo anno salirà al 29%. Si prospetta un divario tra commercianti e gestione separata di 9 punti percentuali che non può non allarmare l’associazione Acta che avverte: “Oggi la differenza di 4 punti tiene legati alla Gestione separata Inps molti freelance, ma domani, con 9 punti di divario, la fuga sarà questione di sopravvivenza”.

Partite Iva

Nuovo regime dei minimi

Sostanziali modifiche riguarderanno il regime dei minimi. Per chi svolge attività di impresa, arti e professioni in modo individuale, è previsto un regime di determinazione del reddito in misura fissa in relazione un’unica imposta con aliquota al 15%.

Soglie di ricavi diverse in base al tipo di attività esercitata sono invece previste per chi avrà i requisiti necessari per accedere al regime agevolato (o naturale). Soglie che spazieranno tra i 15 mila per le attività professionali e i 40 mila euro per il commercio e che dovranno essere rispettate sia per accedere che per rimanere nel regime agevolato.

Al regime agevolato dei nuovi minimi potranno accedere anche coloro che percepiscono redditi di natura mista. Condizione essenziale sarà che i redditi percepiti come professionista e tramite attività di impresa siano preponderanti rispetto a quelli dipendenti e equiparati.

Irpef dal 5 al 15%

L’imposta sostitutiva dell’Irpef praticamente triplicherà per le nuove attività rispetto al precedente sistema: dal 5 al 15%. Prima agli under 35 veniva garantito il 5% per 5 anni. Da gennaio inoltre, i freelance per accedere al regime agevolato dovranno restare sotto i 15 mila euro di fatturato. Prima bastava restare sotto i 30 mila euro. Un tetto innalzato invece per i commercianti da 30 mila a 40 mila euro.

Nel nuovo metodo di calcolo del reddito vengono presi in considerazione i ricavi e un “coefficiente di redditività” computato in maniera forfettaria. Un coefficiente che per i professionisti sarà del 78%. Nei fatti, un avvocato se un avvocato incassa 10 mila euro, dovrà pagare l’aliquota del 15% sul 78%. Tradotto significa 7.800 euro dai quali potrà detrarre i contributi previdenziali.

Niente bonus 80 euro e dubbio Irap

Un quadro non certo roseo al quale vanno aggiunti, dal punto di vista delle partite Iva, le questioni del bonus degli 80 euro e dell’Irap. Promesse in entrambi i casi disattese da Renzi: il bonus non è stato ancora esteso ai lavoratori indipendenti e sull’Irap non è stata fatta chiarezza. Quest’ultima non toccherebbe ai lavoratori freelance ma spesso i commercialisti consigliano ugualmente di pagarla. Il timore è quello di subire ripercussioni da parte dell’Agenzia delle Entrata data la poca chiarezza delle norme.

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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