Gambia: un golpe fallito e un presidente pericoloso

Pubblicato il 31 Dicembre 2014 alle 11:02 Autore: Raffaele Masto

Forse un colpo di stato, quasi sicuramente respinto. E’ ciò che sarebbe accaduto in queste ore in Gambia mentre il presidente Yahya Jammeh era in visita all’estero. Su ciò che è accaduto oggi a Banjul, la capitale, si sa pochissimo. Pare che un gruppo di soldati non meglio identificati abbiano attaccato il palazzo presidenziale e che diverse agenzie di stampa, alcune ore dopo, hanno dato l’attacco per respinto.

Le strade della capitale gambiana sarebbero rimaste a lungo deserte e presidiate solo da polizia ed esercito che avrebbero riportato la situazione sotto controllo. Non è ancora chiaro se ci siano vittime: le stesse fonti hanno riferito di prolungati scambi di colpi di arma da fuoco. L’attacco sarebbe stato lanciato alle 03:00, ora locale, ma non è noto quanti uomini vi siano stati implicati. La radio nazionale avrebbe interrotto per alcune ore le trasmissioni per riprendere la sua programmazione ordinaria attorno alle 11:00. Il colpo di stato (se di questo si è trattato) dunque sarebbe fallito.

Peccato, verrebbe da dire. Per il Gambia (e per la sua popolazione) sarebbe stato difficile, infatti, finire peggio. Il Gambia è un piccolo paese dell’Africa occidentale, incuneato nel territorio del Senegal. È governato dal presidente Yahya Jammeh, che ha assunto il potere grazie a un colpo di Stato nel 1994. Una delle voci più importanti dell’economia è l’esportazione di arachidi.

gambia jammeh

Un’agenzia specializzata dell’Onu, però, ha di recente sottolineato il peso crescente del narcotraffico che, con la compiacenza delle autorità locali che realizzano enormi guadagni personali, ha fatto diventare questo piccolo paese una delle principali stazioni di passaggio delle droghe latinoamericane in viaggio per l’Europa. Il Gambia ha un presidente surreale, anzi pericoloso.

In un discorso pubblico alla televisione di stato ha minacciato direttamente qualunque tipo di opposizione cin queste parole: “Se voi credete di poter collaborare con i sedicenti difensori dei diritti e di uscirne fuori senza intoppi, state completamente sognando. Io vi ucciderò e non sarete arrivati a nulla. Non tollereremo che della gente si atteggi a difensore dei diritti umani a detrimento del nostro Paese. Se siete legati ad un gruppo di difesa dei diritti umani, quale che sia, siate sicuri che la vostra sicurezza personale non sarà garantita dal governo. Siamo pronti ad uccidere i sabotatori”. Insomma tra il pericoloso presidente e il narcotraffico il Gambia risulta essere uno stato mafioso a tutti gli effetti.

L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
Tutti gli articoli di Raffaele Masto →