Quirinale, Renzi: “Chiudere la ferita aperta dei 101. Il presidente eletto già sabato mattina”

Pubblicato il 26 Gennaio 2015 alle 10:28 Autore: Giuseppe Spadaro
renzi

Quirinale: Renzi riunisce i deputati del Pd. Nel corso della riunione il segretario-premier svela le prime mosse. L’indicazione di Renzi prevede che i grandi elettori del Pd votino scheda bianca alle prime tre votazioni per il Quirinale. Altra importante indicazione data da Renzi: il Pd farà un nome secco per il Colle, alla quarta votazione, e non proporrà una terna. Il Pd proporrà agli altri partiti il nome di un candidato al Quirinale: niente terne, ma una proposta secca. E si proverà a chiudere il tutto con la votazione di sabato mattina.

L’obiettivo chiaro è di riscattare quanto successo nel 2013. “Noi siamo il Pd – ha sottolineato Renzi – l’antidoto e l’argine alla crisi della politica. Il presidente della Repubblica non si fa ‘contro’, e questo vale anche per il Pd che ha 460 grandi elettori ma non ha il diritto di veti. Il presidente “si elegge con quelli che ci stanno”.”Non è un referendum né sul governo né su di me e va tenuta separata dalle riforme o dalla legge elettorale. La figuraccia del 2013 è nel curriculum vitae di tutti. Oggi abbiamo una occasione di riscatto, un passaggio fondamentale sulla credibilità del Pd. Non scommetto sulla vostra fedeltà ma sulla vostra intelligenza, noi crediamo nel Pd, luogo di discussione”.

Tutto lascia presagire che Renzi ed il Pd vogliano chiudere quella che il capogruppo Roberto Speranza ha definito una ferita ancora aperta parlando dell’elezione del 2013 del Presidente della Repubblica e dei 101 che hanno impallinato la candidatura di Romano Prodi. Negli scorsi giorni l’esponente della minoranza Pd Stefano Fassina commentando quanto successo in quei giorni ha indicato Renzi come il “capo dei 101”. Versione smentita da tutti gli esponenti democratici vicini al segretario.

quirinale

Speranza: ferita 101 aperta, serve lealtà

“Siamo in una settimana cruciale. Ciascuno di noi ha ancora sulla pelle le ferite del 2013. Ora è più che mai indispensabile un rapporto leale e franco per evitare le drammatiche vicende di due anni fa”. Lo ha detto Roberto Speranza aprendo l’assemblea dei deputati del Pd alla Camera con Matteo Renzi. “Questo è solo il primo step”.

quirinale pd renzi

“Il rapporto e il confronto dentro i gruppi parlamentari sarà comunque decisivo e io faccio appello a tutti voi – ha spiegato il capogruppo dem -: non perdiamo questa occasione per far emergere il nostro punto di vista ciascuno può dire e proporre metodo e nomi proviamo a utilizzare questi momenti di confronto nel modo più efficace possibile”.

Civati scrive a segreteria “Candido Prodi”

Con una lettera inviata alla segreteria del Partito democratico, Pippo Civati candida Romano Prodi per la presidenza della Repubblica. Secondo quanto si apprende, nella lettera il deputato dem propone di ripartire dal nome che il Pd aveva candidato nel 2013.

Fassina: serve massima convergenza possibile

“Si deve partire trovando la massima convergenza possibile, è vero”. Lo ha detto Stefano Fassina all’assemblea dei deputati del Pd sul Quirinale con Matteo Renzi. “Dobbiamo parlare a quel pezzo di Paese che guarda al Movimento 5 stelle”, ha detto il deputato della minoranza che poco prima aveva anche spiegato che quello che è accaduto nel 2013 è “una lezione”, ma “oggi c’è un segretario del partito nel pieno della sua forza» e «abbiamo un rapporto legittimato con Forza Italia”.

Maroni “Scheda bianca? Da Prima Repubblica”

La scelta annunciata dal premier Matteo Renzi per il Pd di votare scheda bianca nelle prime tre votazioni per eleggere il Capo dello Stato è “la solita politica all’italiana, da prima Repubblica più che da nuovo che avanza”, secondo il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Maroni, interpellato dai giornalisti a margine di un evento a Palazzo Lombardia a Milano, ha risposto che legge in questa scelta “l’incapacità di trovare un’intesa con tutti, dimostra questo che quest’operazione, Patto del Nazareno e tutto quello che c’è dietro, non è per eleggere un presidente della Repubblica super partes ma – ha continuato – è per soddisfare gli interessi degli uni e degli altri mettendo di mezzo il presidente della Repubblica”.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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