Legge sulla diffamazione, NCD chiede una stretta sulle intercettazioni

Pubblicato il 27 Gennaio 2015 alle 18:11 Autore: Riccardo Bravin

La legge sulla diffamazione fa gola a molti partiti che vorrebbero aggiungervi alcune modifiche anche al fine di salvaguardare i propri esponenti politici da processi in corso o astrattamente possibili.

A sorpresa fra coloro che vorrebbero emendare la legge in proprio favore compare anche l’esponente del M5S Andrea Coletti, che starebbe puntando all’abrogazione dell’art. 278 del c.p. ovvero alla norma che sanziona le “offese all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica”. L’abrogazione di questa norma, consentirebbe una maxi sanatoria per tutte quelle occasioni in cui Beppe Grillo ha rivolto parole non propriamente elogiative nei confronti di Giorgio Napolitano. Il M5S tuttavia insiste anche affinché si proceda anche per “la pubblicazione integrale degli atti non più segreti”.

Di tutt’altro avviso l’NCD che riprendendo un tema caro a Silvio Berlusconi propone una nuova una stretta sulle intercettazioni. La finalità dichiarata è quella di “garantire la riservatezza” e per farlo in base a quanto stabilito dall’emendamento sarebbe necessario agire “sulle modalità di utilizzazione cautelare” dando “una precisa scansione procedimentale all’udienza di selezione ” espressione bizantina che si tradurrebbe in una forte limitazione per PM e giornalisti ad utilizzare gli ascolti delle intercettazioni.

L’emendamento è stato proposto da Alessandro Pagano, il quale ne propone un altro, per punire con una pena da 6 mesi a 4 anni chi “fraudolentemente effettua riprese o registrazioni di comunicazioni a cui partecipa o svolte in sua presenza”.

Tale divieto appare nuovamente dopo che fu proposta ai tempi dell’ex premier Silvio Berlusconi al fine di bloccare le registrazioni a palazzo Grazioli di Patrizia D’Addario; ora tale disposto potrebbe essere utilizzato al fine di venire in ausilio a Nunzia De Girolamo intercettata in occasione dell’inchiesta sulla Asl di Benevento.

Questi emendamenti tuttavia difficilmente potrebbero superare le maglie dell’ammissibilità contando che non hanno molta attinenza con il tema della diffamazione e che l’obiettivo della norma è quello di abolire il carcere per i giornalisti.

Fra gli interventi previsti in tal senso, sono da segnalare i dimezzamenti delle multe per diffamazione semplice e la riduzione da 50 mila a 30 mila euro per le diffamazioni consapevolmente false.

Da aggiungere la proposta di prevedere all’interno dei giornali uno spazio ad hoc per le rettifiche.