Occhetto: “Do a Renzi il tempo di una legislatura”

Pubblicato il 28 Gennaio 2015 alle 14:49 Autore: Daniele Errera
achille occhetto

Renzi non vedrà la nuova alba. Almeno questo è il pensiero di Achille Occhetto, storico ultimo segretario del Partito Comunista Italiano e primo del Pds, il Partito Democratico della Sinistra: “le bolle speculative esplodono, è scienza della politica non profezia da mago”, sentenzia Occhetto.

Matteo Renzi è un decisionista della parola. Alle parole aggiunge parole. È un illusionista che utilizza il vocabolario come i finanzieri d’assalto fanno con i derivati. Anzi, ora che ci penso: egli stesso è un derivato. Scommette sulla scommessa”. Ma è un gioco che non può tirare troppo per le lunghe. Alle promesse servono dei fatti corrispondenti. Altrimenti la fiducia cala, e lo dimostrano i sondaggi che indicano un Partito Democratico in caduta libera (rispetto allo spettacolare risultato delle elezioni europee 2014).

Occhetto dà a Renzi “il tempo di una legislatura”. Fino al 2018. Poi ciao ciao a Pd ed al rottamatore fiorentino. Il partito si è posto ad immagine e somiglianza del suo leader. E con la discesa di quest’ultimo, anche il primo sarà costretto ad issare bandiera bianca (“chiuderà i battenti quando questa leadership così personalistica si schianterà sotto la mole delle sue promesse). Renzi, secondo Occhetto, ha profuso solo parole: “è stato bravo a interpretare un bisogno di uscire dall’afasia, dalla palude. È stato l’inventore talentuoso di una rivoluzione parolaia”.

achille occhetto massimo d'alema

Occhetto, infine, affronta due grandi argomenti odierni. Il primo è quello del Presidente della Repubblica: “prevedo un avatar, un nome vuoto di storia e di pensiero ma formalmente ineccepibile. Un uomo o una donna che si affacciano sulla scena pubblica. Un prodotto tipico del solco nuovista” (un ulteriore attacco a Renzi). Poi la nuova sinistra che si fa strada. Tsipras in Grecia (“lì è nata la Cosa rossa, esattamente quella che proponevo in Italia”), Civati in Italia: “ha talento. Forse è un pò troppo battutaro. Non capisco invece Cuperlo: è come se si perdesse nella nebbia. Giunge a un punto, poi non so che gli capita. Degli altri ho la sensazione che svolgano onestamente il loro lavoro. Ma non li vedo arsi di passione politica. Piuttosto dei bravi professionisti a progetto che alla fine emettono fattura”.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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