Mattarella al Quirinale, Franco Marini: cultura DC vincente

Pubblicato il 3 Febbraio 2015 alle 12:34 Autore: Giuseppe Spadaro

DC vincente: è il riassunto in due parole di Franco Marini a commento dell’elezione di Mattarella al Quirinale.

Secondo l’esponente democristiano, nel 2013 protagonista della mancata elezione a Capo dello Stato, “la cultura cattolico democratica, liberal democratica, si è dimostrata più fresca, più rispondente ai problemi di oggi. E vincente. Laddove la cultura classica della sinistra avrebbe bisogno di una rivisitazione, come minimo. La vitalità di questa nostra storia e tradizione mi inorgoglisce”.

Intervistato dal Messaggero, l’ex presidente del Senato Franco Marini spiega: “Sarà un grande Presidente. E lo dico non solo e non tanto per la comune formazione e militanza”. “Quando Martinazzoli abbandonò la Dc dopo la grande delusione delle elezioni del 1994, capimmo che eravamo entrati nell’epoca del bipolarismo, si doveva scegliere. E scegliemmo di collocarci nel centrosinistra, mentre altri scelsero di andare con Berlusconi, nel centrodestra. Alla luce dei fatti, la nostra scelta si è dimostrata quella di maggior spessore, più foriera di risultati, vincente, anche se all’inizio sembrava il contrario. Ma l’ascesa di Mattarella al Colle non la inquadrerei in un’ottica del tipo ‘torna la Dc’ e cose simili. Quella storia la rivendico, certo, ma non c’ è più e non torna più”.

marini plaude a mattarella entrambi hanno storia dc

Parlando dell’elezione al Colle del 2013, in cui anch’egli era in corsa, “confesso di non avere ancora capito come si è potuti passare dalla mia candidatura a quella di Prodi in una notte, con un cambio di strategia radicale”.

Mannino (DC) “Come fosse stato eletto Piersanti”

Da Franco Marini a Calogero Mannino, sempre DC. “Per me è come se fosse stato eletto Piersanti. È la vittoria morale del senso politico che ha avuto l’impegno di Piersanti. Ovviamente questo non toglie nulla ai meriti di Sergio”. L’ex ministro Mannino in un’ intervista al Tempo in cui parla del congresso Dc ad Agrigento del 1983 dal quale, insieme tra gli altri al fratello del nuovo Capo dello Stato, Piersanti Mattarella, mise fuori Vito Ciancimino.

Parlando dell’elezione del Presidente Sergio Mattarella, «i francesi chiamavano Mitterrand ‘il fiorentino’. Diciamo che Renzi ha reso onore al suo maestro, Machiavelli. Il premier ha realizzato un preciso disegno politico, per questo ha scelto Sergio Mattarella per il Quirinale”, osserva Mannino. “Renzi ha scelto di lavorare a una riforma minimale della Costituzione italiana, che punta a dare centralità al governo, come succede in Germania. Di conseguenza ha puntato su un presidente della Repubblica di garanzia”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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