Tutti contro tutti: resa dei conti in Forza Italia Il Pd non esclude l’aiuto di altre forze

Pubblicato il 5 Febbraio 2015 alle 11:14 Autore: Giuseppe Spadaro

Forza Italia, l’elezione di Mattarella ha fatto saltare il tappo ed ormai sembra aperta la resa dei conti. Tra i più decisi nel chiedere un cambio di leadership c’è Raffaele Fitto che negli ultimi tempi è stato molto critico nei confronti dei vertici del partito ed ha in più occasioni esternato il proprio disagio. Oggi afferma: siamo in 40 e pronti a dare battaglia. Ecco le parole dell’eurodeputato: “Siamo in 40, tra deputati e senatori di Forza Italia, a perseguire la nostra battaglia e ad aver votato contro la riforma elettorale e le riforme costituzionali”, racconta Fitto durante la trasmissione ‘Effetto Notte le notizie in 60 minuti’ su Radio 24.

Raffaele Fitto, considerato il dissidente numero uno della linea di Silvio Berlusconi e del patto del Nazareno, è tornato a farsi sentire in una conferenza stampa, all’indomani della gestione della trattativa per il Quirinale che ha visto Forza Italia subire la candidatura di Sergio Mattarella da parte del premier Renzi, chiedendo le primarie e l’azzeramento di tutte le cariche. “Il tema è la linea politica, è la battaglia per le idee nelle quali noi crediamo” spiega Fitto.

“La riforma elettorale è stata un suicidio politico in diretta per il merito e per il metodo con i quali è stata approvata. Abbiamo votato contro le riforme costituzionali non perché siamo contro le riforme, ma perché dentro quel provvedimento non c’è nulla che possa lontanamente apparire vicino alle tesi che noi per vent’anni abbiamo sostenuto”. E alla domanda se la leadership di Berlusconi sia ancora vincente, visto che i “frondisti” chiedono le primarie, l’ex governatore della Puglia risponde: “Berlusconi è un’icona. e quindi non è che si mette in discussione l’icona. Si mette in discussione tutto ciò che si fa”.

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Forza Italia, Brunetta: Renzi sleale

“Ha rotto Renzi, in tutti i sensi. Noi ci limitiamo a prendere atto della slealtà del premier. Il Presidente era implicitamente dentro l’accordo istituzionale sulle riforme e si trattava di un fondatore del Pd (Giuliano Amato, ndr). Ma Renzi ha preferito privilegiare l’unità del suo partito all’accordo su un nome largamente condiviso seguendo una logica da sbruffone egoista e bulimico di potere. E queste cose si pagano”. Intervistato da Repubblica, il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta parla della rottura del patto del Nazareno e annuncia: ora “voteremo quello che ci piace”.

Sulle riforme, “siamo in una fase di transizione tra un sistema bicamerale e uno monocamerale con un premier dai poteri rafforzati. All’interno di questo passaggio il Presidente della Repubblica doveva essere una figura di garanzia. La scelta di Renzi invece cambia la natura dei sì che avevamo detto». Quanto all’Italicum, “alla luce di quanto successo rivedremo tutte le nostre decisioni. Ora i nostri giudizi possono cambiare”.

Brunetta nega l’esistenza di problemi all’interno di Fi. “Fitto è una grandissima risorsa però non può ripudiare le regole del gioco con Berlusconi. Sono le stesse da sempre e lui le conosce benissimo: siamo un partito anarchico e monarchico che poi trova la sua sintesi in Berlusconi. Adesso tutti insieme faremo opposizione responsabile”.

Forza Italia, Scajola: errore rompere su Presidente

“Sulle riforme Berlusconi si è dimostrato lungimirante, poi forse si è equivocato il patto del Nazareno con un appiattimento alla linea del governo. Ma è un errore rompere il patto su un presidente che ci piace e non sulle riforme”. Così l’ex ministro Claudio Scajola intervistato dal Corriere della Sera. “Mattarella non è un nome organico alla vecchia struttura comunista. Su di lui Fi doveva convergere al primo voto, avremmo forse stanato un pò di altri giochetti che c’erano attorno”, dice Scajola. “Non è successo ed è stato uno sbaglio, ma che senso ha oggi dire che è rotto il patto quando Mattarella ci piace? Il Nazareno deve proseguire per riformare il Paese”.

Per Scajola la nascita di nuovi gruppi di responsabili “succederà inevitabilmente. Sui responsabili la sinistra ci criticava, fece anche partire indagini della magistratura. E poi adesso fa lo stesso”. Sul partito: “Berlusconi ha dato al Paese un contributo fondamentale, ma il tempo passa. Si faccia promotore di qualcosa che crei nuovi entusiasmi, bisogna indire un’assemblea molto aperta e poi il congresso. C’è spazio per costruire una alternativa moderata. Mai alzare bandiera bianca”.

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Forza Italia, Gasparri: Renzi e Boschi abbassino le penne

“Siamo stati ingenui? Può darsi. Ma collaborare per le riforme con sacrifici reciproci era una scelta saggia. Se invece uno dei due contraenti sceglie l’inganno la saggezza diventa subalternità. Ora mani libere. Voteremo ciò che condividiamo. E siamo stati determinanti al Senato per cambiare Costituzione e legge elettorale. I numeri sono chiari. Abbassino le penne Renzi e Boschi, arroganti da ridimensionare”. Secondo il senatore Gasparri “Forza Italia non si deve spaccare” e “il centrodestra deve rifiutare l’arroganza della sinistra che ci vorrebbe ‘ospiti’ in Italia. Esclusi dai vertici istituzionali”.

“Il Patto è morto, ma forse dalle sue ceneri rinasce una più chiara presenza politica. Quirinale, presidenza del Consiglio, vertici di Camera, Senato, Consulta, Csm, autorità varie sono appannaggio della sinistra. Un monocolore non giustificato dai numeri. Ecco perchè il clima di collaborazione in campo istituzionale doveva vedere, per un logico equilibrio, un esponente non Pd sul Colle”. “Mi risulta che Renzi avesse accettato una scelta condivisa. Ne ha parlato con Forza Italia e non solo. Poi incassato il voto alla legge elettorale al Senato, ha cambiato le carte in tavola”.

Serracchiani non esclude aiuto di altre forze

“Io non escludo che la consapevolezza che tanti parlamentari hanno acquisito il giorno dell’elezione del Capo dello Stato li renda consapevoli della responsabilità che hanno da qui a 2018”. Così il vicesegretario Pd Serracchiani a La Telefonata sull’ipotesi che parte di Forza Italia, insieme ad altre forze, possa sostenere il governo. E le ripercussioni della rottura del Patto del Nazareno cominciano già a manifestarsi. Tensione infatti si è registrata in commissione sul dl Milleproroghe: il governo ha riformulato un emendamento sulle frequenze tv in digitale con l’effetto, sostengono fonti di centrodestra, di chiedere 50 milioni a Rai e Mediaset da redistribuire ad altri operatori. Intanto Pd e Ncd provano a ricucire. Ieri sera Renzi e Alfano si sono visti. A confermarlo lo stesso ministro dell’Interno. “Sì, l’incontro c’è stato e confermo che è stato molto positivo” ha detto Alfano interpellato dall’Adnkronos.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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