Ilva, Senato dice sì a maxi-emendamento: stanziati 1,8 miliardi

Pubblicato il 19 Febbraio 2015 alle 15:06 Autore: Redazione

Si sblocca la situazione relativa all’Ilva di Taranto. Il Senato ha votato in mattinata la fiducia al maxi-emendamento che stanzia, per la bonifica dell’azienda di proprietà della famiglia Ilva, ben 1,8 miliardi, a cui vanno a sommarsi i 260 milioni in arrivo da Unicredit e Intesa Sanpaolo, che hanno riaperto le linee del credito.

Un emedamento in particolare consente ai commissari dell’Ilva, “al fine della realizzazione degli investimenti necessari al risanamento ambientale, nonché di quelli destinati ad interventi in favore di ricerca, sviluppo e innovazione, formazione e occupazione”, di accedere a un finanziamento per 400 milioni, con la garanzia dello Stato. Secondo alcune fonti a conoscenza del dossier, la somma sarebbe versata dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp), anche se l’ente finora non ha confermato la circostanza.Un altro passaggio consente il trasferimento definitivo di 156 milioni di euro da Fintecna – una controllata di Cdp – all’Ilva per chiudere un contenzioso che risale al passaggio dell’azienda dallo Stato ai privati.

Il nuovo testo precisa anche che i commissari straordinari sono autorizzati a chiedere, per finanziare il piano di risanamento ambientale, il trasferimento delle somme sequestrate alla famiglia Riva, ufficialmente proprietaria del 90% di Ilva, nel corso di un’inchiesta per truffa ai danni dello Stato. Si tratta di almeno 1,2 miliardi di euro.

Ilva, “risposta decisiva della politica”

Il relatore del testo, il senatore Salvatore Tomaselli, esprime grande soddisfazione: “L’approvazione del decreto è motivo di grande soddisfazione per chi, come me, ha seguito da vicino negli ultimi tre anni il dramma e il travaglio di una vicenda che ha colpito in primo luogo la città di Taranto ma che, per importanza, ha avuto e ha un rilievo enorme per l’intero Paese – dice il relatore Salvatore Tomaselli -. Finalmente la politica ha potuto dare con questo provvedimento una risposta definita e complessiva alla ferita inferta in passato ai lavoratori dello stabilimento e agli abitanti della città che ospita il principale polo siderurgico europeo”.

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