M5S, Grillo e Casaleggio da Mattarella: “E’ stato un incontro costruttivo”

Pubblicato il 26 Febbraio 2015 alle 13:17 Autore: Antonio Atte
Grillo e Casaleggio

È iniziato alle 12:00 l’incontro tra GrilloCasaleggio e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’inquilino del Colle, come promesso, ha ricevuto la delegazione del M5S, di cui fa parte anche una giovanissima attivista siciliana del Movimento: “la più giovane iscritta al M5S in rappresentanza di iscritti e attivisti”, aveva anticipato ieri su Twitter Beppe Grillo, il quale è arrivato al Quirinale a bordo di una blindata a due van con i vetri oscurati, dopo aver lasciato l’hotel Forum. La scelta della diciottenne, al posto del vice presidente della Camera Luigi Di Maio, ha destato qualche polemica all’interno del Movimento. Sul suo blog, il leader dei pentastellati aveva affermato di voler incontrare il Capo dello Stato “per esporgli le necessità più urgenti per il Paese e per chiedergli, per quanto nelle sue possibilità, di intervenire” e di prendere posizione nei confronti di un governo che, come lamentano le opposizioni, sta facendo del ricorso ai decreti legge a ai voti di fiducia il suo modus operandi.

Grillo e Casaleggio da Mattarella: ecco cosa si sono detti

Al termine dell’incontro con Mattarella, Beppe Grillo ha postato sul suo blog un resoconto della discussione articolato in 12 punti, tra i quali:

Arginare la prevaricazione governativa nel procedimento legislativo: “caratterizzata da decretazione d’urgenza, maxiemendamenti e fiducie parlamentari. Il Governo Renzi ha sinora presentato alle Camere 28 decreti-legge (media di 2,3 al mese) ed ha posto 34 questioni di fiducia (media 2,8 al mese)”.

Riforma Costituzionale: La lentezza del processo di produzione legislativa attribuita al bicameralismo è un presupposto in parte inesistente sia perché il Parlamento è meno lento di quanto si creda (se lo fosse veramente non produrrebbe tante leggi) sia perché gli arresti del procedimento di formazione delle leggi solo marginalmente sono imputabili al bicameralismo. Se fosse vero, quindi (ma secondo noi non lo è), che le regioni soffrono di sottorappresentazione non è detto che il rimedio migliore sia quello della Camera rappresentativa delle Regioni. In definitiva i guasti del sistema italiano solo in piccola parte sono addebitabili al bicameralismo. Per quanto irrazionale possa sembrare il modello italiano e per quanto anomalo sia rispetto agli schemi dominanti altrove, esso ha trovato un suo modus vivendi”.

Riforma elettorale: “al di là dei profili di incostituzionalità (rilevati puntualmente dal Gruppo Parlamentare “Movimento 5 Stelle” in Senato con la presentazione di una Questione Pregiudiziale), valutare la promulgazione della norma, dal momento che disciplina l’elezione soltanto di una Camera, a costituzione vigente”.

Tra gli altri punti toccati nel vertice, spiccano la lotta alla corruzione e alla mafia, la soppressione dei vitalizi parlamentari ai mafiosi e ai condannati, il reddito di cittadinanza (che “è stato indicato come disegno di legge presentato da un Gruppo parlamentare di opposizione, al fine di una sua calendarizzazione immediata in Assemblea”), e la riforma della Rai, tema caldo di questi giorni.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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