Rai, Fico annuncia riforma M5S: via commissione di vigilanza

Pubblicato il 1 Marzo 2015 alle 17:45 Autore: Riccardo Bravin

“Ho detto che volevo essere l’ultimo presidente della Commissione e probabilmente ci possiamo riuscire”. Roberto Fico, Presidente della Commissione vigilanza Rai, intervistato ieri a “In Mezz’ora” su RaiTre da Lucia Annunziata, annuncia la rivoluzione che il M5S intende mettere in atto attraverso la riforma della Rai. Fico innanzitutto pone l’accento sull’esigenza di avere una Rai maggiormente meritocratica, con l’abolizione della Commissione di Vigilanza e la scelta del Cda Rai operata attraverso l’invio di curricula selezionati in maniera non discrezionale dall’Agcom.

Per il deputato grillino gli eletti infatti dovranno essere “indipendenti, senza essere in Parlamento o nel governo da almeno 7 anni. Tutti incensurati, e finalmente ci sarà il merito: bisogna aver fatto un lavoro specifico”. Fico durante la trasmissione si è espresso anche in merito alla questione delle torri Rai Way, paventando tutti i rischi che il controllo privato di tale infrastrutture presuppone: “Chi prende questo asset strategico prende un centro di potere: dalle torri passano le intercettazioni dei magistrati e le telefonate dei Carabineri. Ci passano i telefonini… Contesto Renzi perché abbiamo pagato con il canone questo patrimonio pubblico e oggi decide di tagliare 150 milioni di euro alla Rai, mettendo sul mercato Rai Way, una società tra l’altro in attivo”.

Accordo Renzi-Berlusconi?

Fico paventa che a monte dell’offerta pubblica di acquisto lanciata da Mediaset possa esserci un altro accordo tra il premier e Silvio Berlusconi, il quale in cambio dell’agevolazione potrebbe aver concesso “una tregua governativa fino al 2018”. Il vantaggio per l’ex Cavaliere potrebbe essere quello di poter avere un controllo sulle intercettazioni ambientali: “Il punto principale è far comprendere bene ai cittadini italiani che queste 2340 torri diffondo il segnale radiotelevisivo, ma attraverso queste passano anche le intercettazioni ambientali. Chi prende questo asset strategico prende un pezzo di potere in Italia ed è lì che si gioca la partita”.