Inps, Boeri: “Reddito minimo per contrastare la povertà”

Pubblicato il 3 Marzo 2015 alle 12:24 Autore: Antonio Atte
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Nell’intervista pubblicata in prima pagina dal Corriere della Sera, il neopresidente dell’Inps, Tito Boeri, ha indicato il reddito minimo – “finanziato dalla fiscalità generale” e da una più oculata gestione delle risorse pubbliche – come una giusta soluzione “per contrastare le situazioni di povertà”. Un’altra via percorribile, secondo Boeri, è – sul piano della previdenza – quella delle “forme di flessibilità” sull’età di uscita anticipata dal lavoro, con pensioni proporzionalmente più leggere grazie al calcolo contributivo. “Ma prima – precisa – bisogna convincere la Commissione europea perché purtroppo i conti pubblici vengono considerati nella loro dimensione annuale anziché sul medio-lungo periodo”. Tutto questo va accompagnato al capitolo spending review, con un taglio delle direzioni centrali, “che sono troppe, una cinquantina” e uno sfoltimento della governante dell’Istituto di previdenza: un Cda di tre membri e un Civ – consiglio di indirizzo e vigilanza – più “snello” e senza “funzioni di cogestione”.

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Inps, Boeri lancia l’operazione trasparenza

A partire dal 2015, prosegue Boeri, tutti i dipendenti privati potranno accedere con un ‘pin’ al proprio conto sul sito dell’Inps per verificare la propria situazione: possibilità di cui nel 2016 potranno beneficiare anche i parasubordinati. Il deficit di 6,7 miliardi ereditato dall’Inpdap non spaventa Boeri, il quale afferma che “lo squilibrio verrà gradualmente riassorbito”. Dal punto di vista delle spese assistenziali occorre una riflessione, secondo il numero uno dell’Inps, “per affrontare l’aumento della povertà che, in questi anni di crisi, ha colpito di più le fasce d’età prima del pensionamento”.

Pensioni, Poletti: “Intervento in prossima legge di stabilità”

L’intervento sulle pensioni per rendere l’uscita più flessibile “coinciderà con la legge di stabilità”. È il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a disegnare così la tempistica di uno dei provvedimenti più attesi sottolineando come, per “non alimentare aspettative”, occorra prima avviare una riflessione. “Dobbiamo fare un lavoro preliminare di studio e poi arrivare alle decisioni”, ha spiegato. Il tutto dunque avverrà nel quadro di tenuta dei conti pubblici e si partirà “da situazioni più specifiche e delicate”. Per Poletti, d’altra parte, come ha spiegato in una conferenza stampa all’Inail, il tema della flessibilità in uscita “è una delle possibilità e bisogna guardare a un panorama molto diversificato e verificare i problemi cui dare una risposta”. La flessibilità in uscita, infatti – ribadisce il ministro – “è una delle opzioni ma ci sono anche specifiche condizioni che si riferiscono a chi perde il lavoro e non arriva a maturare i requisiti pensionistici” (ed è una possibilità “su cui si sta riflettendo tenendo conto delle richieste Ue”). Secondo Poletti, per questi ultimi, “o si adotta un ammortizzatore specifico o si individua una modalità ponte per andare in pensione”. I sindacati comunque saranno ascoltati ma dopo “una verifica e una riflessione anche con l’Inps e il nuovo presidente Tito Boeri. Li vedrò ma non c’è ancora una data. Dobbiamo avere un pò di tempo per una visione condivisa. Naturalmente ascolteremo i sindacati che hanno delle proposte da avanzare”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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