Ddl Anticorruzione, ecco l’emendamento del governo sul falso in bilancio

Pubblicato il 3 Marzo 2015 alle 19:21 Autore: Alessandro De Luca
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Nuovo emendamento del governo sul disegno di legge “Anticorruzione” in materia di falso in bilancio. Il testo, trasmesso oggi al ministero per i Rapporti col Parlamento, prevede una modifica all’impianto su cui la maggioranza si era accordata lo scorso 5 febbraio.

Escluse le soglie di non punibilità, resta la perseguibilità d’ufficio

Tra le novità del nuovo emendamento figurano l’esclusione delle soglie di non punibilità in percentuale o in relazione al volume di affari. Resta, invece, la perseguibilità d’ufficio, così come la distinzione tra società quotate o non quotate. Per queste ultime, in particolare, si prevede un abbassamento di pena da un minimo di uno a un massimo di cinque anni di reclusione, con il rischio che salti la possibilità di condurre intercettazioni telefoniche nel corso delle indagini, prevista per pene superiori al massimo dei cinque anni.

Nelle settimane precedenti, poi, il testo era stato oggetto di un lungo confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico e con quello dell’Economia, i quali hanno particolarmente insistito sulla necessità di tutelare le piccole imprese, più esposte agli errori.

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La discussione rischia di slittare

L’emendamento, ora al vaglio del ministero guidato da Maria Elena Boschi, rischia, però, di far slittare la discussione dell’intero disegno di legge, che era stato calendarizzato al Senato per giovedì 5 marzo. Secondo quanto riferisce l’Ansa, mancherebbero ancora i pareri di alcuni ministri e non è ancora noto se verrà direttamente presentato in Aula, fatto che nei giorni scorsi era stato causa di frizione con Forza Italia, o se passerà per la commissione Giustizia del Senato.

Nel frattempo, in Commissione, il relatore Nico D’Ascola (Ncd) ha presentato due emendamenti al Ddl Anticorruzione, che inaspriscono le pene per la corruzione in atti giudiziari e per l’induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel primo caso si prevedono sanzioni più articolate, che spaziano dai 6 ai 12 anni di carcere per la fattispecie non aggravata, dai 6 ai 14 per quella aggravata e dagli 8 ai 20 anni se dal fatto deriva un’ingiusta condanna superiore ai 5 anni o l’ergastolo per terzi. Nel secondo, invece, la pena aumenta da 4-10 anni a 6-10 anni.

L'autore: Alessandro De Luca

Classe 1990. Laureato in Scienze politiche (indirizzo Scienze di governo e della Comunicazione Pubblica) alla Luiss Guido Carli di Roma. Giornalismo e politica, le mie passioni da sempre. Collabora con Termometro Politico da maggio 2014. Attualmente è membro di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni.
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