Pa, Madia “Più mercato per i dirigenti pubblici”

Pubblicato il 3 Maggio 2014 alle 11:23 Autore: Gabriele Maestri

Il ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia suggerisce “un’osmosi tra pubblico e privato che può arricchire la dirigenza”.

Intervistata dal Sole 24 Ore Madia, ministro della Pa e Semplificazione sottolinea la possibilità di aspettativa per chi esce dal pubblico e spiega il funzionamento del ruolo unico. “Chi accede alla dirigenza con un concors inizia a percepire la parte fissa di stipendio. Verifica tutti gli interpelli aperti e cerca il suo primo incarico, oppure può trovare un posto nel privato mantenendo il diritto acquisito nella forma di aspettativa non retribuita. Solo dopo un certo tempo congruo di tutela si può arrivare al licenziamento per mancanza di incarico”. “L’idea – continua Madia – è quella di una dirigenza dinamica ed esposta alla misurazione della performance dal primo giorno d’incarico.Il ruolo unico senza fasce ci serve per fare vere carriere basate sulle valutazioni incassate” che non devono essere sulla persona ma sulla performance dell’ufficio.

madia marianna

Il ministro Marianna Madia torna poi sulla proposta di legare le retribuzioni di risultato anche a ‘esogene macroeconomiche’ come l’andamento del Pil: “se nel privato rischi il posto quando la recessione colpisce, nel pubblico devi rinunciare a un pezzetto della tua retribuzione di risultato se l’economia arretra”.

E conferma come gli interventi sulla Pa non puntino a tagli di spesa, ma “alla definizione dei fabbisogni di ogni singola amministrazione e alla realizzazione della più ampia mobilità possibile, sia nella forma volontaria sia in quella obbligatoria”. A chi poi sottolinea l’insuccesso di quella volontaria, citando l’esempio degli uffici giudiziari rimasti scoperti, dice: “cercheremo” di farla funzionare “con una regia rafforzata del Dipartimento Funzione Pubblica, esercitando una più forte volontà politica”. Quella obbligatoria, continua il ministro, “invece va meglio normata”. La Madia sottolinea anche le novità per le scuole di formazione per la dirigenza: «da cinque a una. Ci proviamo, questo è il nostro obiettivo”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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