Spending review, online il rapporto dell’ex commissario Cottarelli

Pubblicato il 1 Aprile 2015 alle 10:54 Autore: Ludovico Martocchia

Dopo le dimissioni di Carlo Cottarelli dell’ultimo autunno e le polemiche sulla spending review, è stato pubblicato il dossier completo che certifica il lavoro dell’ex commissario. Sul sito revisionedellaspesa.gov,it è online il documento di ben 72 slides, uno schema riassuntivo e allo stesso tempo completo di tutti tagli previsti da Cottarelli e dai suoi gruppi di lavoro. I risparmi, in caso di attuazione del programma, sarebbero stati di 7 miliardi nel 2014, 18 nel 2015, 34 nel 2016.

Yoram Gutgeld, il sostituto di Cottarelli

La divulgazione delle proposte di Cottarelli era stata prevista da Yoram Gutgeld, consigliere economico a Palazzo Chigi, ora commissario straordinario alla spending review proprio in sostituzione dell’economista italiano tornato al Fondo Monetario Internazionale. Il target per il 2016 di Gutgeld è tagliare 10 miliardi per il 2016 e inserire il tutto nella legge di stabilità. Da qui si potrà procedere alla riduzione delle tasse.

Risparmi significativi sono possibili

Tra le voci del rapporto Cottarelli per una sistematica e rivoluzionaria spending review si scorgono: “grandi (e difficili) riforme strutturali, non azioni di ordinaria manutenzione, da iniziare subito”; “cambiamento nel modo di gestire la spesa ma senza stravolgere il welfare state e senza tagli all’educazione pubblica” e poi i risparmi per un totale di decine di miliardi sopra citate.

gutgeld commissario spending review

“Efficientamento, riorganizzazioni, costi politica”

Le cifre più alte sarebbero state risparmiate nella voce “efficientamento”, arrivando addirittura a 12 miliardi per il 2016. Tra le indicazioni sono da sottolineare “le iniziative sui nuovi servizi, la pubblicazione telematica degli appalti pubblici, la gestione degli immobili e gli stipendi dei dirigenti”. Sotto “riorganizzazione” da citare sono “la riforma delle province, l’accorpamento delle polizie e le spese degli enti pubblici”, delle misure già prese in considerazione dal governo Renzi. I “costi della politica” ammontano anche a 900 milioni per il triennio, tra i quali si identificano “i comuni, le regioni, i finanziamenti ai partiti, gli organi costituzionali”.

L'autore: Ludovico Martocchia

Nato e cresciuto nella periferia romana. Ha frequentato il Liceo Scientifico Francesco D'Assisi, ora studia Scienze Politiche alla Luiss. Da sempre appassionato di politica, scrive anche su Europinione.it. Ma prima di ogni cosa, libero pensatore.
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