Tribunale Milano, Antonio Di Pietro denuncia “Palazzo è un colabrodo, una Torre di Babele”

Pubblicato il 10 Aprile 2015 alle 09:33 Autore: Gabriele Maestri

Tribunale Milano, dopo la sparatoria in cui hanno perso la vita tre persone non si placano le polemiche sulla sicurezza.

Antonio Di Pietro, già nel pool di Mani Pulite, conosce bene il Tribunale di Milano dove è avvenuto il gravissimo fatto di cronaca. Il suo è un giudizio netto: “Quella è una Torre di Babele, una città nella città, non sono mai riuscito a girarla per bene e a conoscerla tutta… Ma proprio perchè è la super cittadella della giustizia doveva essere difesa e tutelata non solo formalmente e non solo dal giorno dopo, come avverrà da domani”.

tribunale milano

Tribunale Milano, Di Pietro “Sicurezza fa acqua”

In un’intervistato a Repubblica, Antonio Di Pietro torna così sulla strage. Tribunale Milano? “Sono tornato di recente, mi ha impressionato il via vai di persone, soprattutto nell’ingresso riservato in cui basta esibire un tesserino per entrare, in cui non ci sono controlli”.

“A Milano pure un tesserino della Esselunga può bastare per entrare”. “La logistica e l’organizzazione della sicurezza fanno acqua. Qui stiamo parlando del palazzo in cui ci sono i processi più delicati e importanti d’Italia”.

tribunale milano colabrodo

Ricorda poi i tempi di Tangentopoli di cui Di Pietro dice: “noi giravamo tutelati dalla scorta personale, ma quel 29 aprile del ’94, in pieno processo Enimont, fu trovata in aula una bomba a mano tipo Rscm”. “La bomba era inerte, però fu messa lì per avvertire, anche se non per fare male, era un chiaro segnale contro le indagini su corruzione e mafia. Già allora il palazzo era un colabrodo, era possibile entrare e lasciare una bomba”.

Tribunale Milano, udienze sospese

Dalle 11,00 alle 11.30 oggi, Venerdì 10 Aprile, saranno sospese le udienze per commemorare le vittime.

Sabelli (ANM): “Gravi falle in sicurezza”

Il presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), Rodolfo Maria Sabelli, ha apprezzato le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale, a proposito della sparatoria al Tribunale di Milano, che ha causato tre morti e due feriti, “ha posto il tema del disagio” in cui versano gli operatori della giustizia, “in un momento di forte tensione”, derivante anche dalla crisi. Cosi Sabelli, intervenendo a ‘Radio anch’io’.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →