Inchiesta L’Espresso, Alfano e la rete di relazioni pericolose che coinvolge moglie e amici

Pubblicato il 17 Aprile 2015 alle 13:25 Autore: Felice Tommasino
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Alfano e “la rete di relazioni pericolose”. Una nuova tegola per il leader di Ncd che già sogna il duello con Renzi alle prossime elezioni. Il ministro dell’Interno e la sua rete di interessi sono i protagonisti dell’inchiesta condotta dall’Espresso.

Tirati in ballo la moglie, l’avvocato e il giro d’affari di quella che è stata definita una vera e propria “lobby”. Alfano ha bollato come “mistificazioni” le accuse mosse dal settimanale.

Alfano: “Scenari mistificatori”

“Scenari mistificatori, vogliono solo gettare discredito su di me e i miei cari” ha detto il ministro. Ma quali sono questi scenari? Secondo l’Espresso, Tiziana Miceli, moglie del ministro, avrebbe avuto cinque consulenze dalla Consap, concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell’Economia.

Masi, Ad Consap promosso presidente da Governo Renzi

La delibera per l’assunzione della Miceli porta la firma di Mauro Masi, Ad della Consap e direttore generale della Rai ai tempi del governo Berlusconi. Il governo Renzi ha di recente concesso a Masi, oltre a quella di amministratore delegato, la poltrona di presidente della concessionaria.

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In passato la moglie di Alfano avrebbe inoltre ricevuto altri incarichi da amministrazioni pubbliche siciliane vicine al centrodestra: dalla provincia di Palermo all’Istituto autonomo case popolari di Palermo.

La fitta rete di relazioni tra Alfano e Gemma

Sotto la lente di ingrandimento del giornale anche il rapporto tra Alfano e l’avvocato Andrea Gemma. Il socio in affari di quest’ultimo, Angelo Clarizia, difenderebbe gli interessi di una società (la Serit) proprio insieme alla moglie del ministro. Andrea Gemma, membro del cda di Eni e amico storico di Alfano, insieme a Clarizia, avrebbe di recente vinto un appalto da 630 mila euro per i servizi legali dell’Expo. Lo studio dei due avvocati, da poco, difende anche gli interessi del Nuovo Centro Destra. Anche questa è una scoperta dell’Espresso.

La rete di relazioni riconducibili al ministro dell’Interno coinvolgerebbe anche Renato Clarizia, fratello di Angelo, e alcuni professori universitari divenuti consulenti di Alfano: “tra incarichi da centinaia di migliaia di euro, rapporti amicali e familiari, favori e le solite prebende”.

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Alfano: “Ci rivedremo in Tribunale”

La replica del ministro è stata immediata: “Ancora una volta questo organo di disinformazione mirata si esercita nel tentativo vano, ma non per questo meno grave, di gettare discredito, e non soltanto sulla mia persona”. E promette: “Ci rivedremo, mio malgrado, di fronte a un Tribunale che saprà individuare tra persone defunte date per vive, circostanze false, notizie irrilevanti, fatti comici, errori marchiani e astruse manipolazioni della realtà, tutti gli elementi del doloso e reiterato intento diffamatorio”.

L’Espresso: “Il ministro non smentisce”

Il giornale di De Benedetti, dal canto suo, sottolinea: “Prendiamo atto della dichiarazione del ministro Alfano. Che però non smentisce nessuna delle circostanze documentate che abbiamo descritto nell’inchiesta. Nel frattempo l’ad della Consap Mauro Masi ha ammesso pubblicamente che Tiziana Miceli lavora per la sua società dal 2011”.

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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