Infografiche – Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse che monitora la fine del mondo

Pubblicato il 22 Aprile 2015 alle 13:43 Autore: Emanuele Vena
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Il “Doomsday Clock”, in italiano “Orologio dell’Apocalisse”, è uno strumento messo appunto dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. L’orologio, creato e “messo in funzione” nel 1947, misura metaforicamente il pericolo e la distanza della Terra da un ipotetico scenario di distruzione globale del pianeta.

L’orologio, proprio in virtù della messa a punto durante il periodo immediatamente successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per decenni ha rappresentato principalmente i rischi derivanti dall’atteggiamento assunto progressivamente dalle due superpotenze del pianeta – vale a dire gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica – in ottica di un conflitto atomico. Con la fine della guerra fredda e la caduta del muro di Berlino, allo scenario nucleare è stato affiancato quello derivante dai rapidi cambiamenti climatici prodotti dall’effetto serra e dagli scarsi risultati raggiunti dalle politiche di riduzione delle emissioni nell’ozono.

Nell’orologio, la mezzanotte rappresenta dunque metaforicamente il momento dell’Apocalisse, rappresentata dalla guerra atomica o comunque da uno scenario di distruzione totale. Ogni anno il team di scienziati di Chicago decide un eventuale spostamento delle lancette dell’orologio, dopo un’attenta valutazione degli eventi internazionali accaduti nell’anno solare appena terminato.

Infografiche – Doomsday Clock, i dati

Qui di seguito è presente un’infografica con la progressione dell’Orologio dell’Apocalisse dall’anno della sua creazione sino ad oggi (cliccando nei riquadri in alto al centro è possibile scegliere se visualizzare il diagramma grafico oppure una tabella riassuntiva; inoltre, passando con il mouse sul grafico stesso, è possibile visualizzare ulteriori informazioni):

Come si può notare dalle infografiche, il periodo tra il 1953 ed il 1959 è stato quello in cui, secondo gli scienziati di Chicago, si è registrato il più alto rischio di guerra atomica, a causa del rapido irrigidimento delle relazioni tra le due superpotenze e della conseguente corsa all’armamento nucleare. Il momento di maggior distensione è invece stato rappresentato, come prevedibile, dal 1991, periodo in cui ci fu la fine della Guerra Fredda e la definitiva dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Ciò che però incute particolare timore è il posizionamento delle lancette scelto dagli scienziati per il 2015, che vede l’orologio segnare le 23 e 57, con uno spostamento in avanti di due minuti rispetto alla precedente rilevazione. Una scelta che ha contributo a fare dell’orario del 2015 la rilevazione peggiore dell’ultimo trentennio, raggiungendo i livelli del 1984 e del boicottaggio delle Olimpiadi di Los Angeles, frutto del muro contro muro con l’URSS deciso dall’allora presidente statunitense Ronald Reagan.

A produrre questo dato preoccupante hanno contribuito principalmente due fattori: la mancata riduzione della minaccia nucleare globale – che, nonostante la riduzione degli armamenti a livello quantitativo, ha portato all’aumento di attori in grado di costruire un’arma atomica – e il rapido cambiamento del clima, frutto del sostanziale fallimento del Protocollo di Kyoto, stilato nel 1997 ed ormai in vigore da ben 10 anni.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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