Le conseguenze della crisi economica: piove sempre sul bagnato

Pubblicato il 4 Maggio 2015 alle 08:00 Autore: Gianni Balduzzi

Il report riassuntivo di Openpolis sulla crisi economica e le sue conseguenze ha un titolo eloquente: piove sempre sul bagnato.

Quale è il significato? Di fatto il punto è che dal 2007 al 2014, la crisi economica ha colpito in modo completamente eterogeneo e asimmetrico. La convergenza delle regioni o dei Paesi più poveri verso quelli più ricchi, che è il grande obiettivo dell’Unione Europea, si è bruscamente fermata e si è assistito anzi a una retromarcia, una maggiore, e non minore, disuguaglianza tra le aree dell’Europa.

Lo vediamo nelle differenze sull’aumento della disoccupazione, che è decollata proprio nei Paesi in cui già era più alta, come Grecia, Spagna, Portogallo e Croazia, e invece è diminuita in Germania, o cresciuta pochissimo, come in Austria.

L’Italia è sesta per aumento del tasso di disoccupazione:

crisi economica disoccupazione

Una situazione parallela si è verificata in Italia tra le regioni, e anzi in maniera ancora più eclatante: qui c’è una corrispondenza quasi esatta tra regioni che con la crisi economica hanno maggiormente aumentato la disoccupazioni e regioni in cui era già più alta in precedenza:

crisi economica disoccupazione italia

Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, sono sempre le stesse le regioni con le statistiche più negative nel Sud, mentre Trento e Bolzano seguono trend quasi “austriaci”, invece, con minimi peggioramenti della disoccupazione.

Si noti il posizionamento del Piemonte, sia come valore del tasso di disoccupazione, sia come variazione dello stesso.

La Disuguaglianza sembra essere il leitmotiv dell’economia durante la crisi economica, ed è evidente anche nei dati sull’occupazione:

crisi economica occcupazione europa

A parte la piccola Malta è la Germania il Paese in cui l’occupazione è aumentata maggiormente, e di fatto solo per la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e in generale l’Est sembra avere funzionato quella convergenza, che era anche alla base del loro accesso alla UE. Va notato tra l’altro che questi tre Paesi dell’Est non hanno aderito all’euro, il che porterebbe a considerazioni ancora diverse. In Italia l’occupazione è crollata meno che in altri Paesi, soprattutto per le regole del mercato del lavoro e l’aumento dei più anziani al lavoro, come abbiamo già sottolineato , ma il calo è comunque superiore alla media.

Ancora una volta l’Italia accentua questa tendenza di disuguaglianza: durante la crisi economica solo nella provincia di Bolzano l’occupazione è aumentata, mentre vi sono stati crolli superiori al 10% in tutto il Sud.

Si noti invece la resistenza dell’occupazione nel Lazio, in cui probabilmente non è secondario il fatto che sia la regione in cui i servizi e il lavoro statale ha il maggior peso.

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NEET: Italia al primo posto

Ne abbiamo già parlato ma Openpolis lo conferma, ancora più che per i tassi di disoccupazione, è nei tassi di NEET; coloro che non lavorano e non studiano, che l’Italia è in testa in Europa, ben il 22,2%, una cifra aumentata con la crisi, e siamo davanti anche a Paesi come Grecia e Bulgaria. Lavoro nero, inattività soprattutto femminile, abbandono scolastico, tutte cause che la crisi economica ha esaltato

crisi economica NEET europa

E così all’interno dell’Italia, la media del 22,2% è ampiamente superata al Sud dove si supera il 30%, fino al 33% della Sicilia.

crisi economica NEET italia

E’ questa forse l’eredità maggiore della crisi economica, che va oltre l’economia e coinvolge da un punto di vista culturale e politico l’idea e la percezione di Europa tra la popolazione, ovvero quella profonda disuguaglianza interna ancora più tra aree geografiche che tra le persone, e che in Italia conosciamo bene, e ha contribuito tanto al clima politico interno, all’instabilità, al populismo, e infine all’inefficacia della politica, perchè è sempre più difficile prendere decisioni in campo economico uniformi per tutti quando le condizioni di partenza sono così diverse, e come sta accadendo ora, sempre più probabile l’accusa di una parte ai decisori di considerare solo le istanze di un’altra parte, la più forte (come nel caso della Germania) o la più debole (come nel caso delle accuse al governo italiano di eccessivo assistenzialismo verso il Sud)

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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