Platì, il paese dove nessuno vuole candidarsi

Pubblicato il 8 Maggio 2015 alle 16:56 Autore: Andrea Turco

Platì, è un anonimo comune in provincia di Reggio Calabria. Eppure da giorni questo paesino dell’entroterra calabro è diventato un caso nazionale. A Platì, infatti, nessuno si vuole candidare a sindaco. Il paesino è da un anno e mezzo commissariato per presunte infiltrazioni mafiose e solo in due degli ultimi dieci anni è stato governato da rappresentanti eletti dai cittadini. Nessuno però sembra aver intenzione di impegnarsi e amministrare il piccolo comune. Il segretario del Pd regionale Ernesto Magorno ha dato la sua disponibilità e ha chiesto aiuto ai suoi colleghi. Risultato? Si è deciso che il 2 giugno in Calabria si festeggerà a Platì. “Celebrarlo lì – dice il deputato umbro Walter Verini – in quella realtà da troppo tempo piagata dalla criminalità e dalla paura, è un fatto di grande valore politico, civile e morale. Credo inoltre che sarebbe un segnale importante se, insieme a Magorno che ha lanciato la sua coraggiosa disponibilità a candidarsi a sindaco, insieme alla generosa disponibilità a candidarsi in lista da parte di parlamentari democratici eletti in Calabria, anche esponenti che ricoprono ruoli nazionali dessero la propria. Per quanto mi riguarda, come capogruppo Pd in Commissione Giustizia della Camera, la mia disponibilità c’è. Ripristinare la legalità e la democrazia a Platì è una questione nazionale”.

Platì, Bubbico: “E’ sconfitta della democrazia e della legalità”

“Una sconfitta della democrazia e della legalità, ci troviamo in un contesto destramente difficile, segnato da un contesto criminale. L’ndrangheta controlla molte attività economiche e condiziona le attività delle istituzioni locali “. Lo dice a Effetto Giorno Filippo Bubbico, viceministro all’Interno in merito al Comune di Platì che è stato sciolto un anno e mezzo fa per presunte ingerenze criminali. Ma neppure in questa tornata elettorale si andrà al voto: per la tornata elettorale del 2015 nessuna lista è stata presentata. “Oggi registriamo questo insuccesso della Repubblica”. – continua il ministro a Radio 24 – “Io penso che dobbiamo ricostruire le ragioni dell’impegno civile. Attivare una circolazione extracorporea (il commissariamento) può servire per un periodo limitato, ma poi bisogna tornare alla normalità. Evidentemente non esistono ancora gli anticorpi necessari”.- e conclude – “Io credo che abbiamo il dovere di riflettere sull’agibilità democratica che spesso manca in molti contesti”.

 

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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